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“Ora parlo”: Garlasco, il genetista che rivelò il dna di Sempio rompe il silenzio

Le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, sono state riaperte. A distanza di anni dalla condanna definitiva di Alberto Stasi, nuovi elementi hanno riportato al centro dell’attenzione il nome di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, già indagato in passato e poi archiviato nel 2017. A spingere per una nuova analisi del caso sono state le recenti valutazioni di quattro genetisti, tra cui Pasquale Linarello, che già anni fa aveva evidenziato la compatibilità di un profilo genetico trovato sotto le unghie della vittima con quello di Sempio o di un suo familiare.

Il genetista che rivelò il dna di Sempio

Pasquale Linarello, intervistato da Fanpage.it, ha sottolineato come le sue valutazioni del 2016 siano oggi supportate da altri esperti: “Sono stato zitto nel 2017 nonostante mi abbiano buttato fango addosso perché ero di parte, dicendomi che la mia consulenza era priva di contenuto scientifico. Ora siamo in quattro a dire la stessa cosa. Adesso parlo.

Linarello ha spiegato che il suo lavoro si è basato sui profili genetici estrapolati nel 2014 dal perito Francesco De Stefano, incaricato dalla Corte d’Assise d’Appello Bis. L’analisi del DNA sotto le unghie di Chiara Poggi non aveva portato a risultati nel 2008, ma nel 2014 un nuovo esame aveva individuato un profilo genetico di origine maschile. A Linarello, all’epoca incaricato dalla difesa di Stasi, vennero forniti quei profili alla cieca, senza sapere a chi appartenessero. Dopo averli confrontati con un altro campione genetico ricevuto separatamente, il genetista scoprì che combaciavano.

Nessun consulente genetista ha fatto nuove analisi, ma sono state fatte soltanto nuove valutazioni sui profili genetici ottenuti nel 2014. I recenti consulenti ora hanno confermato quello che dissi io nel 2016.”

Secondo il genetista, il profilo estrapolato nel 2014 è utilizzabile per comparazioni e appartiene a Sempio o a un membro della sua famiglia. Tuttavia, Linarello precisa che il cromosoma Y, identificato nelle analisi, non permette di risalire con certezza a un singolo individuo, ma solo a una linea familiare maschile.

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