“Non c’ero al summit di Insigne con Raiola e Ancelotti, il problema è che lui deve capire da grande cosa vuole fare, perché ha sempre avuto un atteggiamento di scomodità a Napoli”. L’affondo del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è arrivato a margine della firma della convenzione per lo stadio San Paolo con il Comune. “Insigne lo capisco e lo proteggo – ha aggiunto il patron – mi piace e mi sta simpatico, però lui ha sempre sentito scomoda la situazione napoletana. Bisogna che si tranquillizzi”. Parole che arrivano dopo la discussione tra il giocatore e Carlo Ancelotti e le dichiarazioni pesanti degli ultimi giorni.
“Mertens? I soldi sono in Cina”
A margine della convenzione della durata di cinque anni, rinnovabili per altri cinque, per la concessione d’uso dello stadio San Paolo con il Comune, De Laurentiis ha parlato anche del mercato. E principalmente di Dries Mertens. “Non sono disposto a fare sforzi importanti, ogni giocatore ha un suo valore a seconda di dove gioca e che età ha. Se poi un giocatore vuole andare a fare le marchette in Cina perché viene strapagato questo è un problema suo”.
“Koulibaly e Ruiz? Prima o poi…”
Su Kalidou Koulibaly, invece, ha lasciato più spiragli. “Sono affezionato a Koulibaly e non l’ho venduto neanche per 150 milioni, poi arriverà un momento in cui Koulibaly bisognerà venderlo per forza”. Discorso simile per Fabian Ruiz, corteggiato da Real Madrid e Barcellona. “Se io mi convinco a pagare uno che è sconosciuto 30 milioni non sono nato ieri. Chiaramente – ha detto – il giocatore vale. Abbiamo Fabian Ruiz ma chissà quanti altri ne troveremo, la porta è sempre aperta non bisogna mai affezionarsi a un giocatore”.
Lo stadio di proprietà
“Lo stadio? E’ della città, ce ne faremo carico quando vorranno vendercelo per 1 euro simbolico, ma il problema è che se sarà nostro si deve combattere facendoci passare la voglia e andremmo a trovare forse una squadra altrove, in Inghilerra, lasciando il Napoli ad altri. In questi anni – ha detto il patron azzurro – ho cercato di dare continuità, quella continuità che è mancata al Napoli e che nessuno è riuscito a dare. Continuo a mettere nero su bianco, nei 35 anni precedenti a Napoli nessuno ha mai pagato lo stadio. Io mi sono fermato quando anticipai soldi che non mi sono stati restituiti. E’ il paese della burocrazia, purtroppo, non a caso nessuno investe più in Italia. Anche l’idea di fare uno stadio o di ristrutturare quello esistente, se non sei Regione o Comune non riesci a fare niente. E’ difficile per loro, figuriamoci per un privato”.