
Milan, la prima “bomba” è stata lanciata da Zvonimir Boban, che su un canale legato ai rossoneri ha lanciato accuse durissime nei confronti dell’attuale proprietà. La risposta del Presidente Scaroni, va detto, da un punto di vista mediatico non è stata un capolavoro di diplomazia. Dichiarando che Boban non capisce di calcio, Scaroni si è attirato gli strali di tifosi e commentatori.
EX MILAN – Auguri a Filippo #Galli che oggi compie 62 anni 🔴⚫️ pic.twitter.com/QuE0Sa1Xw8
— Urlo Rossonero (@UrloRossonero) May 19, 2025
Ora, a distanza di qualche giorno dalla feroce polemica fra l’ex giocatore e l’attuale dirigente, un’altra voce autorevole, che rappresenta un pezzo di storia rossonera, si leva per rafforzare ciò che ha detto Boban. E fa specie che tanti protagonisti di un Milan vincente e rispettato si schierino in maniera così netta contro la proprietà del club.
Stavolta a parlare fuori dai denti è stato Filippo Galli, 62 anni appena compiuti, 325 presenze in rossonero e un palmarès che parla da solo: cinque scudetti, tre Champions, due Coppe Intercontinentali. Uno che non ha bisogno di presentazioni. E proprio nel giorno del suo compleanno ha scelto di schierarsi, scegliendo tre termini lapidari: “Presunzione, incompetenza e arroganza”. Un giudizio su chi guida oggi la società veramente duro e impietoso.
La stagione rossonera si è conclusa con una serie di disfatte, una lenta agonia. Il 14 maggio è arrivata la sconfitta nella finale di Coppa Italia contro il Bologna, il 17 è toccato al Milan Futuro retrocedere in Serie D, e il 18, a suggello del disastro, la Roma ha sbattuto fuori il Milan dalle coppe europee. Una catastrofe tecnica e gestionale che ha lasciato i tifosi senza parole e la dirigenza, ancora una volta, senza voce. (continua dopo la foto)

Furlani ha finalmente ammesso il fallimento stagionale, dopo che ci si era aggrappati a lungo alla Coppa Italia come se fosse chissà quale trofeo. Ma ora anche quella foglia di fico è caduta, lasciando scoperte le vergogne. E i vecchi cuori rossoneri non possono tacere di fronte a tutto questo.
Galli ha scelto di schierarsi rilanciando sul suo profilo Instagram un articolo del blog La complessità del calcio, espressione del gruppo storico Old Clan, che riassume il sentimento di tanti milanisti: “Presunzione di un ottimo professionista della Finanza che crede di potersi inventare uomo di calcio, di un buon scout che crede di poter fare il direttore sportivo, e di un ex campione sedicente Dio che pensa che lo sproloquio sia il modo giusto di comunicare”.
Il riferimento è chiaro: Giorgio Furlani, Geoffrey Moncada e soprattutto Zlatan Ibrahimovic, diventato negli ultimi mesi il simbolo di un progetto autoritario, personale, fallimentare. Nel mirino c’è anche il progetto Milan Futuro, naufragato malamente con una retrocessione che ha del clamoroso. Una disfatta che, secondo il gruppo Old Clan, va attribuita a “ripicche personali e scelte scellerate” firmate proprio da Ibrahimovic.
E il tono si fa ancora più duro quando si parla di “arroganza”, ovvero della totale assenza di ascolto e di una comunicazione empatica pari a zero, che ha spinto la tifoseria verso un allontanamento emotivo mai visto prima nella storia rossonera.
Milan, una dirigenza sotto accusa
Quella di Filippo Galli non è solo nostalgia. È una denuncia, sia pure attraverso un articolo scritto da altri, lucida, consapevole, da uomo di campo e di pensiero. Da anni attivo nella formazione giovanile e nel dibattito calcistico, oggi l’ex difensore prende posizione perché il Milan è parte della sua vita. Vederlo ridotto a un’azienda senz’anima, come già aveva denunciato Boban, fa male. E il suo allarme è condiviso da una base che non vuole più tacere.
Il messaggio finale del blog è chiaro: “Ormai i bonus sono finiti. Il fallimento epocale di tutta l’area sportiva non lascia alternative alla dipartita dell’attuale dirigenza. I tifosi non sono più disposti a sostenere un carrozzone del genere. Si aprirà un conflitto totale. Fate pure, ma Not in our Name”. Non nel nome dei tifosi, insomma.
Un tempo il Milan era una famiglia. Oggi, per molti, è solo una holding. Ma c’è chi non accetta questo declino e alza la voce, nella speranza che qualcosa finalmente possa cambiare. E quella voce, oggi, ha il volto serio di Boban e quello dispiaciuto di Filippo Galli.
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