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Coppa Italia, Milan furioso. Pioli: “Non era rigore per la Juventus”. Sarri: “Ne manca uno su Cuadrado”

milan juventus rigore

Doveva essere la partita di Zlatan Ibrahimovic e di Cristiano Ronaldo, così come degli ex Bonucci e Higuain. La semifinale di andata di Coppa Italia tra Milan e Juventus, però, è stata la partita delle polemiche. Se i bianconeri hanno deluso ancora una volta (solo una vittoria nelle ultime quattro uscite tra campionato e coppa), i rossoneri hanno rialzato la testa dopo il secondo tempo nel derby. Il Milan, passato meritatamente in vantaggio con (ormai) il solito Ante Rebic in apertura di ripresa, si è ritrovato in dieci per il doppio giallo rimediato da Theo Hernandez. Ed è stato raggiunto al 91’ da un rigore trasformato da Cristiano Ronaldo e concesso, tra mille polemiche alla fine di Milan-Juventus, dopo un tocco di mano in area da parte di Calabria. L’1-1 finale soddisfa decisamente una brutta Juve e fa recriminare un bel Milan. Le decisioni arbitrati hanno inciso su questa gara, ma anche sulla prossima: Pioli, per il ritorno, non avrà a disposizione gli squalificati Hernandez, Ibrahimovic e Castillejo.

Pioli: “Per Rizzoli non era rigore”

Mentre Paolo Maldini decide di non parlare della conduzione di Paolo Valeri (“non mi voglio soffermare su questo ma voglio fare i complimenti alla squadra e all’allenatore, ne usciamo molto più forti”), Stefano Pioli ricorda a fine gara le parole del designatore Nicola Rizzoli, pronunciate nel corso di una riunione con i club lo scorso novembre.

Sotto la lente d’ingrandimento, un rigore fischiato in Cagliari-Brescia per un tocco di mano di Cerri, molto simile nella dinamica a quello fischiato contro Calabria. “Ero presente alla riunione con Rizzoli – esordisce Pioli –. In Cagliari-Brescia, c’era stato un fallo di rigore di Cerri che stato colpito sul braccio dal pallone mentre era girato ed è stato detto che non andava fischiato il rigore. Oggi è la situazione è identica. Prima poi c’era un fallo netto su Ibrahimovic che non è stato fischiato. Siamo stati sicuramente danneggiati”.

Gli fa eco Hakan Calhanoglu, polemico su Instagram. Il turco condivide una story divisa in due parti: prima il tocco di mano di Calabria, poi il tocco di mano di Alex Sandro, lo scorso anno. L’intervento del brasiliano non portò al rigore per il Milan, al contrario di quanto successo nell’andata di Coppa Italia appena disputata. Secca la frase d’accompagnamento: “No comment”, con tanto di emoticon con polemici applausi. In sostanza, le critiche dall’universo rossonero nei confronti di Valeri sono tutte per il calcio di rigore, ‘accettati’ i gialli ai diffidati e il rosso ad Hernandez.

 

Sarri replica: “Ne manca uno su Cuadrado”

“Rigore clamoroso”, invece, per Maurizio Sarri. L’allenatore della Juventus va contro il collega rossonero e sottolinea come “La regola non mi piace ma non è che se non mi piace la legge esco di casa e vado a delinquere. Il rigore è clamoroso e ce n’era uno anche dieci minuti prima su Cuadrado”.

Sulla gara, poi, Sarri non vede miglioramenti, ma si accontenta del risultato: “Facciamo fatica a crescere. Siamo mancati negli ultimi venti metri. Venivamo da una brutta partita, ma abbiamo ottenuto un buon risultato e per ora va bene così. Dobbiamo lavorare per evitare qualche gol subito di troppo”. E chiude con una battuta su Poste Italiane: “L’ambiente mi pare difficile, ritiro la mia domanda di assunzione. Non volevo mancare di rispetto ai lavoratori, vengo da una famiglia di operai”.

E Sarri trova in Buffon, migliore in campo, uno sponsor. A prescindere dai risultati. “Chiaramente ora è un qualcosa diverso rispetto al passato – spiega Buffon –, ma secondo me è l’unica strada che ci può portare a un risultato straordinario. La indica l’allenatore, sempre e comunque. È chiaro che il fatto che il mister abbia chiesto una mano è una dimostrazione ulteriore della sua trasparenza, e quando le persone sono così vanno aiutate dando ancora più di quello che si può”.

Milan, ancora una beffa

Polemiche a parte, ci si attendeva la risposta del Milan dopo il tragico secondo tempo nel derby contro l’Inter. Ci si attendeva anche una risposta della Juventus dopo la sconfitta di Verona. Se i rossoneri hanno tirato fuori una grande prova mentale, prima che tecnica, i bianconeri hanno fatto registrare un altro passaggio a vuoto. Il migliore in campo è stato Gianluigi Buffon, autore di diversi interventi prodigiosi a dispetto della carta d’identità. Male Ramsey, che potrebbe aver bruciato una delle ultime chance di incidere con la maglia della Juventus.

Dall’altra parte, ottima prova collettiva. Il Milan avrebbe meritato la vittoria, soprattutto per aver tenuto bene anche in inferiorità numerica. Allo Stadium servirà vincere, ma mancheranno pedine fondamentale: la sensazione è che la squadra di Sarri sia già con un piede in finale.

 

Nel 2020 Rebic come Ronaldo

Nella Juventus, segna ormai sempre e solo Cristiano Ronaldo. Nel 2020, infatti, la Juventus ha segnato 21 reti. A queste vanno sottratte le quattro realizzate contro l’Udinese in Coppa Italia, con il portoghese non convocato. Delle 17 rimanenti, l’ex Real Madrid ne ha messe a segno 12 (di cui 5 su rigore). Una media di 0,70 gol a partita.

Anche il Milan ha il suo bomber. Dal 19 gennaio, ossia dalla vittoria conquistata all’ultimo minuto contro l’Udinese, Ante Rebic si è ritrovato protagonista. Prima in termini di minutaggio, poi in termini di reti realizzate. Dal 3-2 rifilato ai friulani, infatti, il Milan ha messo a segno 12 gol. Di questi, il croato ha messo la firma su 5. Una media di 0,41 gol a partita. La stessa di CR7, togliendo i calci di rigore realizzati dal portoghese (il croato infatti non ne ha tirati).