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La sconfitta contro il Bologna mette fine alle speranze del Milan di qualificarsi alla prossima Champions League e segna il possibile capolinea dell’avventura di Sergio Conceiçao sulla panchina rossonera. La squadra resta ferma a 41 punti, a otto lunghezze (nove considerando gli scontri diretti) dalla Juventus quarta in classifica.
La sconfitta di Bologna mette virtualmente fine all’era Sergio Conceiçao al Milan. Al di là degli scossoni nell’immediato, smentiti peraltro dalla società (se dovesse accadere, ci sarebbe una soluzione interna “Tassotti style” per traghettare fino a giugno)
— Zelus (@garante_il) February 28, 2025
Longari – Sportitalia pic.twitter.com/jPCSL0c6Fh
Per raggiungere quota 70, ipotizzata come soglia minima per l’Europa che conta, il Diavolo dovrebbe conquistare 29 punti sui 36 ancora a disposizione, e forse non basterebbero: un’impresa quasi impossibile per una squadra che non ha mai dato continuità ai risultati in questa stagione.
La rimonta subita al Dall’Ara non solo compromette le ambizioni europee del Milan, ma mette anche in discussione la permanenza di Conceiçao, che ormai sembra vicino ai saluti. Anche la possibile vittoria della Coppa Italia non basterebbe a salvare il tecnico portoghese. (continua dopo la foto)
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I prossimi giorni saranno decisivi per il suo futuro, con la società che potrebbe optare per un clamoroso cambio in panchina. Il fallimento dell’ex Porto coinvolge anche Zlatan Ibrahimovic e la dirigenza, che nel mercato di gennaio hanno provato a risollevare la squadra con gli acquisti di Gimenez, Joao Felix, Walker, Sottil e Bondo.
I nuovi innesti, però, non hanno portato i risultati sperati, anzi: Joao Felix, simbolo del Milan attuale, ha deluso le aspettative. Sempre titolare in campionato, l’ex Chelsea ha segnato solo in Coppa Italia e il suo utilizzo ha spesso penalizzato Leao e Pulisic. Anche l’adattamento di Reijnders a un ruolo non congeniale ha influito negativamente sulla fluidità del gioco.
Milan, Conceicao a un passo dall’esonero
Il Milan continua a giocare senza continuità e senza una chiara identità tattica. Le vittorie ottenute sono spesso frutto di episodi e di nervi più che di una manovra corale. Anche Gimenez, dopo un inizio promettente, sembra essersi spento: contro il Bologna ha fallito un gol clamoroso prima di servire l’assist a Leao, ma nel complesso è apparso fuori dal gioco.
Gli alibi per Conceiçao non mancano: il poco tempo per lavorare con la squadra, gli errori individuali pesanti – come quelli di Maignan con il Feyenoord, l’espulsione di Theo o l’autogol comico di Thiaw contro il Torino – e una generale mancanza di lucidità nei momenti chiave.
Questi problemi non bastano però a giustificare risultati così deludenti. Il tecnico portoghese, sempre più nervoso, sembra ormai destinato all’addio, mentre la Champions League resta solo un miraggio per il Milan.
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