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Milan, analisi di una disfatta: un silenzio che sconcerta

Milan, la sconfitta all’Olimpico contro il Bologna non è solo l’ennesimo inciampo: è il timbro ufficiale su una stagione fallimentare. Il Milan 2024/2025, partito con ambizioni da vertice e con 120 milioni investiti sul mercato, chiude un’annata da dimenticare. Quindici sconfitte in 53 partite – quasi una su tre – raccontano la storia impietosa di una squadra incoerente, discontinua, smarrita. Questa l’analisi impietosa di Federico Zancan per Sky Sport.

L’unico sussulto è arrivato a gennaio, con la Supercoppa vinta a Riyad, primo trofeo dell’era RedBird. Ma è stata una illusione ottica. La squadra ha continuato a vagare, sballottata da scelte tecniche discutibili e da un ambiente mai realmente compatto. Fonseca prima, Conceição poi: due allenatori diversi, ma un medesimo risultato. Nessuna identità, nessuna rotta, solo scosse nervose e barlumi di talento isolati.

Nel mirino dei tifosi e della critica è finita una dirigenza spaesata e inconcludente. Zlatan Ibrahimovic, simbolo più che uomo guida, non è riuscito a trasmettere carattere né disciplina. Giorgio Furlani, il CEO, ha dovuto ammettere pubblicamente il naufragio. Il nome scelto per la panchina, Paulo Fonseca, si è rivelato inadatto a costruire una chimica con lo spogliatoio. E con Conceição, il caos è rimasto tale.

L’insubordinazione di Theo Hernandez e Leão già a ottobre, le esclusioni eccellenti, le tensioni latenti: tutto lasciava presagire il crollo. Poi il crollo è arrivato davvero. Dalla sconfitta assurda a Zagabria che ha compromesso la Champions, all’eliminazione surreale col Feyenoord, ironicamente impreziosita dall’involuzione del costoso acquisto Santi Gimenez, sottratto proprio agli olandesi prima della sfida.

Nemmeno l’uscita dall’Europa ha dato al Milan la serenità per concentrarsi sul campionato. Tre sconfitte consecutive a cavallo tra febbraio e marzo (Torino, Lazio, Bologna) hanno chiuso ogni sogno di qualificazione Champions. Restava la Coppa Italia, ma anche lì è arrivata una prestazione spenta, priva di orgoglio.

Milan, valori tecnici ma nessuna coesione

Eppure questa squadra ha battuto il Real Madrid al Bernabeu, ha vinto tre derby su cinque, segno che i valori tecnici esistono, ma restano incagliati in un contesto gestionale confuso. I tifosi chiedono chiarezza, e molti invocano l’addio di Gerry Cardinale. L’annuncio del nuovo direttore sportivo, inizialmente dato per imminente, è sparito dai radar.

Si era parlato di Fabio Paratici, ma anche quella pista si è dissolta. Intanto il modello Bologna dimostra quanto conti la competenza nelle scelte: senza quella, i soldi e i sogni non bastano. Il Milan ha toccato il fondo. Ma il fondo può essere un punto di ripartenza, solo se si ha il coraggio di guardare in faccia gli errori e fare finalmente le scelte giuste. Invece, per ora, regna un silenzio sconcertante.

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