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Martin Edwards, la storia del Manchester United e del calcio italiano nella sua autobiografia

Martin Edwards, la storia del Manchester United e del calcio italiano nella sua autobiografia

Di recente ha detto la sua anche su alcuni dei protagonisti del nostro campionato e del calcio moderno, scontentando qualcuno, ma quando parla uno come Martin Edwards non si può che ascoltare. A maggior ragione quando l’ex presidente del grande Manchester United decide di raccontare la propria storia in un autobiografia, presentata nell’evento speciale organizzato per l’occasione del Franciacorta Golf Club nel primo appuntamento italiano del prestigioso challenge golfistico internazionale Arte & Golf.

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Red Devils, Red Glory

Figlio del precedente presidente, Edwards assunse la guida del consiglio d’amministrazione dei Red Devils inglesi nel 1980, guidandoli fino al 2002. A lui si deve l’inizio dell’era Ferguson e dei record del Manchester, che continua a seguire con la carica di Presidente Onorario a vita. 25 anni che hanno fatto la storia del calcio, inglese e internazionale, e che si ritrovano nel libro Red Glory: Manchester United and Me. Un racconto al quale ora il settantatreenne dirigente potrebbe aggiungere il premio ricevuto in Italia per i meriti sportivi conseguiti nel calcio mondiale.

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Tifoso del Manchester, conoscitore di calcio

Per la terza volta ospite del circuito – dopo esser stato testimonial delle finali delle prime due stagioni – l’inglese è stato interpellato sullo stato attuale del panorama calcistico, anche nazionale. “Con la Juve non c’è competizione, e non è sano” ha detto parlando della Seria A, da sempre un suo pallino. Una critica in toni bianconeri è arrivata anche al suo campione, CR7, definito “fenomenale”, ma troppo “concentrato su se stesso”. Meglio Messi, insomma, a sentire lui: “Io che ho visto dal vivo Pelé e Di Stefano dico che Messi è al loro livello, se non meglio… È più uomo squadra, e si nota anche quando esulta: va verso i compagni. Ronaldo è più egoista, tende a celebrarsi, aspetta che siano gli altri a correre verso di lui”.

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“Se potessi riavere un Ronaldo 20enne o un giovane Messi li prenderei subito” ha aggiunto, stando al gioco. Ma tornando subito a pensare al proprio passato: “Chi ha cambiato lo United è stato Eric Cantona. Proprio quel Cantona che dovette faticare per strappare all’Inter di Moratti, con il quale il francese sembrava essersi già accordato: “Ferguson andò a Parigi per cenare con lui e il suo agente convincendolo a restare”.

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Il saluto di Arte e Golf a un amico importante

“Per noi – dichiara Adriano Vicini, ideatore ed organizzatore di Arte&Golf – è sempre un piacere ritrovare un amico conosciuto anni fa sui campi da golf e che ha capito e apprezzato la nostra esperienza trasversale”. Una esperienza che conferma nella sua nona edizione l’intenzione di unire gli aspetti sportivi a quelli culturali ed enogastronomici (e non è un caso che Edwards abbia visitato volentieri la cantina Cà d’Or, azienda d’eccellenza del Franciacorta). Sul green, intanto, si continuerà per i prossimi sei mesi, attraversando l’Italia e spingendosi fino al Buenavista Melià a Tenerife, Valderrama in Spagna, il Vilnius Golf Club in Lituania e Barcellona e il Fairmont Royal Palm di Marrakech, dove il 14 novembre i vincitori delle 20 tappe si sfideranno in un’incredibile finale.

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