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Marchisio smonta la Juventus: la critica feroce che fa rumore

Claudio Marchisio non gira intorno ai problemi della Juventus. Ospite a “La Tripletta”, il podcast della Gazzetta, l’ex centrocampista ha puntato il dito contro la costruzione della squadra, contro l’atteggiamento di alcuni giocatori e contro una dirigenza che da tre stagioni, a suo dire, ha sbagliato tutto.

L’immagine iniziale è già un romanzo: a 19 anni arrivava all’allenamento in abito da discoteca dopo tre ore di sonno in macchina. Oggi, vent’anni dopo, parla con eleganza, e con un tono molto diretto. Secondo lui, Jonathan David “trotterella” invece di correre e troppi bianconeri non hanno compreso cosa significhi indossare quelle strisce. Marchisio non usa filtri: “Bisogna dare solidità al progetto. Io avrei preso Donnarumma e Frattesi”.

La Juventus si prepara a tornare in campo contro il Pafos, ma la testa è ancora a Napoli. Marchisio ha letto così quella partita: “Il Napoli sa quello che chiede il suo allenatore, la Juve è in difficoltà da inizio anno”. Lo ha sorpreso Cabal sulla fascia di Koopmeiners, contro un giocatore da uno contro uno come Neres: “Avrei messo qualcuno più abituato a dare una mano”.

Il vero nodo, per Marchisio, è strutturale: “Sono due-tre anni che si sbaglia la costruzione della squadra. Non puoi cambiare tutto ogni stagione. Bisogna dare solidità e questo non accade da tempo”. Anche sul mercato recente non fa sconti: David, Openda, Zhegrova, tutti deludenti. (continua dopo la foto)

E c’è un tema di identità: “Mi sembra ci siano giocatori che non hanno capito cosa significhi indossare la maglia della Juve”. Su David è netto: “Entra in campo e trotterella: sei alla Juventus in difficoltà, serve un atteggiamento diverso”.

Quando gli chiedono chi sarebbe dovuto arrivare a Torino, Marchisio non esita: “Donnarumma. Non dovevi fartelo scappare. Come Frattesi, per un percorso italiano”. Poi la domanda sullo spogliatoio: chi racconta cosa sia davvero la Juve? “Spero Chiellini, ma capisco il suo periodo. È magro, gli dico sempre che deve mangiare una bistecca in più, ma so che dà tutto”.

La paura più grande? “Non andare in Champions”. Su Spalletti, però, non ha dubbi: “Per me è la persona giusta. Era l’unico pronto ad accettare una panchina così”. Anche su Mancini è netto: “Era giusto prendere Spalletti”.

Juventus, la durissima critica di Marchisio

Marchisio vede Inter e Napoli davanti per lo scudetto, con il Milan di Allegri subito dietro: “Nella rimonta di Torino si sono visti allenatore e qualità del gruppo”. Tira fuori anche un aneddoto personale: la partita con 38 e mezzo di febbre durante Italia-Olanda, l’esordio di Conte. “Mister, sono bollente”. “Claudio, devi stare in campo”. Ha giocato altri venti minuti perché Conte non voleva che mollasse.

Un giorno allenerà la Juve? “Mai. Non accetterei nessuna panchina”. Oggi guida l’agenzia Circum insieme ad Alessandro Tocci, seguendo una ventina di prospetti con filosofia chiara: pochi profili, massima presenza.

Infine, uno sguardo a come si riconosce un talento: “Guardo chi capisce prima il gioco. E servono più soldi nei vivai”. Poi la confessione sul giovane Marchisio: piccolino, magro, scartato perché non arrivava al dischetto battendo gli angoli, paura dei contrasti. Fino a un’estate in cui tutto è cambiato: “Mi sono autoconvinto che potevo farcela”.

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