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Lutto nel cinema, ci lascia un vero mito: indimenticabili i suoi film

Un’intera epoca del cinema americano si chiude con la scomparsa di un autore che ha saputo raccontare il dolore, la rabbia e l’umanità con uno stile unico, capace di attraversare i decenni senza perdere lucidità. Il suo tocco, a metà tra l’eleganza narrativa e l’urgenza emotiva, ha plasmato alcune delle pellicole più influenti del Novecento. Eppure, pochi conoscono davvero l’impatto che ha avuto anche fuori dal grande schermo.

Robert Benton

Bonnie e Clyde, la scintilla che accese Hollywood

Tutto cominciò con un’esplosione narrativa: Bonnie e Clyde. Scritto a quattro mani da un giovane cronista culturale e dal suo collega della rivista Esquire, questo copione seppe incastonare il disagio degli anni Sessanta in una storia ambientata nella Depressione. Faye Dunaway e Warren Beatty diedero corpo ai due banditi americani sotto la direzione di Arthur Penn, ma fu la sceneggiatura a scuotere l’establishment hollywoodiano.

Il film, noto in Italia come Gangster Story, debuttò nel 1967 e venne immediatamente salutato come rivoluzionario. La critica Pauline Kael, sul New Yorker, lo definì “il più importante degli anni Sessanta”, e non era un’iperbole. Ispirazioni dirette dalla nouvelle vague francese, tentativi falliti di coinvolgere François Truffaut come regista, e un montaggio radicale, fecero del film un ponte culturale tra Europa e America. Quell’autore, allora esordiente a Hollywood, aveva già fatto storia.

Robert Benton regista

Kramer contro Kramer, il cinema della crisi affettiva

Con il passare degli anni, il regista raffinato che aveva iniziato tra i magazine e la sceneggiatura divenne anche un punto di riferimento per un cinema del sentimento, adulto e senza compromessi. L’apice arrivò con Kramer contro Kramer, pellicola simbolo del 1979 che affrontava senza retorica il dramma familiare del divorzio e della custodia di un figlio.

Nel film, Dustin Hoffman e Meryl Streep offrirono interpretazioni intense, premiate con due Oscar. Ma fu il regista stesso a ricevere due Academy Award, per la regia e la sceneggiatura non originale. Il successo fu clamoroso anche al botteghino. In un periodo in cui Hollywood inseguiva effetti speciali e avventure epiche, lui portava sullo schermo i conflitti quotidiani, profondamente umani, con un linguaggio sobrio ma lacerante.

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