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Le 5 cose più assurde successe alle Olimpiadi

Pugno alzato contro il razzismo

Tommie Smith e John Carlos sono due nomi che rimarranno per sempre impressi nella storia non solo dello sport, ma anche dei diritti civili. Durante le Olimpiadi di Città del Messico del 1968, questi due atleti americani misero in atto una delle proteste più iconiche del XX secolo, utilizzando il palcoscenico globale delle Olimpiadi per portare l’attenzione sulla lotta contro la discriminazione razziale.

Il 16 ottobre 1968, Tommie Smith vinse la medaglia d’oro nei 200 metri con un record mondiale di 19.83 secondi. John Carlos si classificò terzo, vincendo la medaglia di bronzo. Ma fu la cerimonia di premiazione che li rese leggende. Sul podio, Smith e Carlos salirono senza scarpe, indossando solo calzini neri, simbolo della povertà della comunità afroamericana. Smith aveva un fazzoletto nero al collo, rappresentante l’orgoglio nero, mentre Carlos aveva aperto la giacca della tuta, mostrando solidarietà con i lavoratori americani. Ma l’immagine che ha fatto il giro del mondo fu quella dei due atleti con il pugno alzato e guantato di nero, il saluto del Potere Nero, mentre l’inno nazionale statunitense suonava. (CONTINUA A LEGGERE)