
Nick Kyrgios resta ancora lontano dai campi. Dopo l’assenza dalla stagione sul rosso, arriva anche il forfait ufficiale per Wimbledon. Il giocatore australiano ha affidato a Instagram l’annuncio, in un tono dispiaciuto ma combattivo: “Mi dispiace davvero deludervi… So quanto tutti eravate impazienti di vedermi di nuovo in campo. Ma è solo un piccolo incidente di percorso e sto già lavorando duramente per tornare più forte che mai”.
🗣️#Kyrgios, slitta ancora il rientro in campo: "Piccolo incidente di percorso"https://t.co/iOv4C0nFyq
— Tuttosport (@tuttosport) June 3, 2025
Un messaggio che suona familiare, eppure ormai ciclico. Perché di partite giocate non se ne vedono da tempo, mentre i post sui social fioccano, con tutte le polemiche allegate che hanno come bersaglio preferito, neanche a dirlo, il nostro Jannik Sinner.
Nei mesi scorsi Kyrgios aveva provocato il pubblico pubblicando un video di allenamento con la didascalia: “Dovrei presentarmi a Roma?”. La domanda retorica ha avuto risposta nei fatti: niente Foro Italico, niente Roland Garros, dove era iscritto solo nel torneo di doppio con Jordan Thompson, e ora niente Wimbledon. Il torneo che nel 2022 lo vide protagonista fino alla finale contro Novak Djokovic sembra ormai un ricordo lontanissimo.
Nel frattempo, l’ultimo match ufficiale risale al Masters 1000 di Miami, quando dopo aver superato Mackenzie McDonald al primo turno, Kyrgios fu eliminato al secondo da Karen Khachanov: 6-7, 0-6. Da allora è rimasto solo il personaggio pubblico e il polemista arrabbiato, non il tennista.
I mesi senza competizione non hanno spento l’attività social di Kyrgios, che continua a farsi sentire più con i tweet che con la racchetta. L’ultima frecciata, appena dieci giorni fa, è toccata (indovnate un po’…) a Jannik Sinner, sempre sulla vicenda Clostebol: “Può il numero 1 al mondo essere così ingenuo?”. Un attacco diretto, come sempre, a distanza.
Kyrgios, una carriera che non è mai sbocciata
Ma dietro la scorza del provocatore resta la frustrazione di un campione fermo ai box. L’operazione al polso destro, con i suoi postumi mai davvero superati, continua a tenerlo lontano dal circuito. E per chi ha visto in Wimbledon 2022 il vertice di una carriera irregolare ma talentuosa, l’ennesimo stop appare sempre meno come un “piccolo incidente” e sempre più come un declino che rischia di farsi permanente.
Quel torneo sull’erba, due anni fa, aveva mostrato il miglior Kyrgios di sempre. Dritto in finale, capace di mettere in difficoltà Djokovic almeno per un set. Ma da allora, un solo titolo a Washington nel 2022 e poi infortuni, assenze e rinvii. La carriera del talento di Canberra resta sospesa tra ciò che avrebbe potuto essere e ciò che, probabilmente, non sarà mai.