Il kettlebell, o ghiria che dir si voglia, è un attrezzo ginnico che sempre più sta spopolando tra gli amanti del fitness. Facendo un salto indietro nel tempo è possibile scoprire che questo strumento, anche se in versione molto rudimentale, veniva utilizzato già dagli egizi, così come dagli atleti greci alle prese con la preparazione per le Olimpiadi, e ancora dai monaci di Shaolin.
Oggi come ieri questa versatile sfera di ghisa, se impiegata correttamente, aiuta a migliorare la forza e la resistenza muscolare così come l’equilibrio, la coordinazione, la capacità cardiovascolare e l’agilità. “Facendo oscillare il kettlebell si lavora sull’equilibrio e in questo modo chiediamo ai nostri muscoli di effettuare un lavoro di contrazione e coordinazione” – ha precisato a Madame Figaro Alain Belli, professore di biomeccanica presso l’Università di Jean Monnet a Saint-Etienne.
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Kettlebell, pura versatilità
A caratterizzarlo è la presenza di una pratica impugnatura che lo rende facile da maneggiare. Attraverso questo supporto, sono tanti gli esercizi che si possono praticare, tanto a casa quanto in palestra, per rendere il workout efficiente e completo. Via libera a programmi di allenamento a circuito caratterizzati, ad esempio, da swing, squat, push up, affondi e snatch che permettono di far lavorare tutto il corpo (gambe, glutei, spalle e addominali). Come si usa? A differenza del classico manubrio, il kettlebell può essere afferrato tanto per la maniglia quanto sui lati.
“Il kettlebell si può sollevare con una o due mani e permette di eseguire movimenti dinamici, dal basso verso l’alto o da sinistra a destra” – ha detto il prof. Belli. La costanza, come sempre, premia. Se ci si allena con regolarità, almeno tre volte a settimana, i risultati non tarderanno ad arrivare: il fisico risulterà così più tonico e snello.
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Gli errori da evitare
Oltre a tenere sempre alta la concentrazione ed eseguire correttamente gli esercizi, mai sottovalutare l’importanza della scelta del peso: come orientarsi? I modelli in commercio hanno differenti pezzature, si spazia da quelli più leggeri a quelli più pesanti ma, soprattutto chi è alle prime armi, onde evitare di ritrovarsi a fare i conti con spiacevoli conseguenze, non deve esagerare. “Il segreto è la progressività. Iniziamo con un carico leggero e poi aumentiamo gradualmente” – ha suggerito Belli. Il trucco per conoscere il carico ideale? “Devi essere in grado di fare dieci ripetizioni senza alterare i movimenti” – ha precisato l’esperto. Se si intende dunque rendere più intenso l’allenamento, è preferibile aumentare il numero delle ripetizioni piuttosto che il peso.
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Ovviamente, nella fase che precede gli esercizi, è bene avere effettuato un adeguato riscaldamento così come, a fine sessione, è necessario dedicare del tempo allo stretching: aiuta a migliorare l’elasticità di tendini e legamenti.
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