La Juventus torna da Bologna con tre punti pesantissimi, utili non solo per la classifica ma soprattutto per lo spirito. Una vittoria arrivata in trasferta, appena la terza stagionale lontano dallo Stadium, e maturata in uno scontro diretto che rilancia ambizioni e fiducia. Un successo che vale ossigeno puro per una squadra chiamata a costruire il proprio futuro mentre prende forma la rivoluzione tattica di Luciano Spalletti.
📊 In the 11 matches since becoming the Juventus head coach, Luciano Spalletti has 7 wins, 3 draws and only one defeat.
— JuveFC (@juvefcdotcom) December 14, 2025
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Tre punti che valgono fiducia e prospettive
Il peso della vittoria del Dall’Ara va oltre il risultato. La Juve aveva bisogno di dimostrare solidità lontano da casa e di rispondere dopo il passo falso di Napoli. Lo ha fatto con una prestazione concreta, che consente ai bianconeri di rimettere nel mirino il quarto posto e affrontare con maggiore serenità un periodo di inevitabili cambiamenti.
I numeri raccontano di una squadra in ripresa: cinque vittorie nelle ultime sei gare tra campionato, Champions League e Coppa Italia. La sconfitta del Maradona resta una macchia, ma non ha lasciato strascichi. Segnale importante in una fase delicata della stagione.
La rivoluzione tattica di Spalletti prende forma
Spalletti non ha mai nascosto le sue intenzioni. In conferenza stampa aveva chiarito la volontà di abbandonare gradualmente la difesa a tre, ereditata da Tudor e mantenuta per prudenza, per passare a una difesa a quattro. Le opzioni sul tavolo sono chiare: 4-2-3-1 o 4-3-3, moduli più coerenti con le sue idee di gioco.
Il problema non è il principio, ma il tempo. Servono uomini adatti e una squadra mentalmente pronta. In questo senso, il rientro di Bremer, seppur limitato a una ventina di minuti, rappresenta un passaggio chiave. A questo si aggiunge un fattore spesso sottovalutato: lavorare su una squadra in fiducia è molto diverso rispetto a farlo su un gruppo in affanno.
Difficile immaginare cambiamenti radicali già contro la Roma. Più probabile intravedere qualcosa nella trasferta di Pisa dopo Natale, se non direttamente nel nuovo anno, a partire da Juventus-Lecce del 3 gennaio.
Luci e ombre: chi cresce e chi deve dare di più
Il percorso resta tutt’altro che lineare. David continua a offrire prestazioni altalenanti e quella di Bologna è stata tra le più opache. Anche il centrocampo è chiamato a un salto di qualità nella gestione del pallone e nella continuità. Cambiaso, in particolare, necessita di un inquadramento tattico più definito.
Le note positive arrivano invece dalla difesa, reparto in evidente crescita. Kalulu e Kelly hanno disputato una prova di alto livello e si candidano a essere punti fermi anche nel nuovo assetto, con il francese pronto a scalare sulla corsia destra. Davanti, Yildiz resta decisivo anche quando non brilla, mentre Conceição, da esterno offensivo puro, può diventare una risorsa ancora più incisiva nel calcio di Spalletti.
Base solida, ora serve continuità
Le basi emotive e tecniche iniziano a esserci. Ora il compito passa al lavoro quotidiano dell’allenatore e alla disponibilità del gruppo ad accompagnare il cambiamento. Il modulo è solo uno strumento: l’obiettivo vero resta ritrovare gioco, identità e risultati per riportare la Juventus stabilmente là dove, per storia e ambizioni, sente di dover stare.
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