La partita finanziaria attorno alla Juventus non è finita. Dopo il no secco di Exor alla prima proposta, Tether prepara un rilancio che potrebbe essere anche molto più alto rispetto agli 1,1 miliardi messi sul tavolo nella prima PEC ufficiale. La società di criptovalute guidata da Paolo Ardoino non intende arretrare e punta a riaprire il confronto con un’offerta rivista, consapevole che la valutazione iniziale non rifletteva il reale peso degli asset bianconeri.
Juventus, l’assalto di Tether e il muro di Exor: Devasini e Ardoino, chi sono i miliardari italiani delle crypto https://t.co/eyOJwak8UA pic.twitter.com/GxuvFaeSMl
— Affaritaliani.it (@Affaritaliani) December 15, 2025
La strategia è chiara: aumentare in modo significativo la posta per provare a forzare una trattativa che, almeno per ora, resta bloccata. Al di là delle intenzioni della proprietà, i numeri spiegano bene il rifiuto. Applicando i multipli di mercato corretti ai ricavi operativi dell’ultimo bilancio, pari a 420 milioni, il valore d’impresa della Juventus oscilla tra 2,1 e 2,6 miliardi. Una stima ottenuta moltiplicando i ricavi per cinque o sei volte, come avviene per club comparabili.
Sottraendo circa 280 milioni di debiti finanziari, il valore del pacchetto azionario si colloca tra 1,8 e 2,3 miliardi. Una forchetta lontanissima dall’offerta iniziale di Tether, quasi il doppio. A quelle cifre, dal punto di vista puramente finanziario, nessun azionista avrebbe motivo di vendere.
Per questo il prossimo passo dovrà essere radicalmente diverso. Una valutazione ancorata ai prezzi di Borsa non basta. Ardoino è pronto a giocare anche sul piano mediatico, sfruttando la campagna “Make Juventus Great Again” e il consenso dei piccoli azionisti, ma il cuore della sfida resterà economico.
Il rilancio è atteso a breve e il primo segnale arriverà proprio dal titolo in Borsa. L’obiettivo di Tether è trasformare una proposta giudicata “bassa” in un’offerta difficilmente attaccabile, capace di mettere pressione alla controparte sul piano dei numeri.
Nonostante l’imminenza del nuovo assalto, il destino dell’operazione sembra già scritto. La posizione di Exor appare ferma e non negoziabile, anche davanti a un assegno molto più pesante. Le parole di John Elkann sono state chiare e sono state ribadite anche da Giorgio Chiellini prima della gara di Bologna.
Il rilancio di Tether arriverà, ma rischia di schiantarsi contro un muro già costruito. Perché, al di là delle cifre, la sensazione è che il controllo della Juventus non sia in vendita. E non lo sia a nessun prezzo.
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