
La stagione della Juventus è stata sinora deludente e il principale imputato è l’ormai ex tecnico Thiago Motta. Quando Giuntoli lo ha scelto, in molti non avevano dubbi sul fatto che fosse une decisione giusta. Il suo Bologna aveva fatto vedere un bel gioco, con risultati notevoli, valorizzando giocatori non di primissimo piano e portando i felsinei a una storica Champions.
🔚Da domenica a domenica, in 7 giorni è cambiato il destino di Thiago Motta. Confermato subito dopo il 3-0 subito contro la Fiorentina da Cristiano Giuntoli, l'allenatore è stato esonerato ieri dalla Juventus che, contestualmente, ha annunciato l'ingaggio di Igor Tudor.
— calciomercato.it (@calciomercatoit) March 24, 2025
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Secondo un’approfondita analisi della Gazzetta dello Sport, però, la storia ci ha insegnato che la Juve non ha mai brillato sotto la guida di allenatori orientati al bel gioco: un calcio spettacolare, infatti, non ha mai fatto parte del Dna della squadra torinese.
A Torino, la Juve si esalta quando ha un allenatore pragmatico, concreto, spesso cinico, mai troppo incline alla ricerca di spettacolo. Thiago Motta, nonostante la sua filosofia calcistica interessante, non è riuscito a soddisfare le alte aspettative bianconere.
Il fallimento di Thiago Motta alla Juventus è stato totale. Non ci sono dubbi: il tecnico non ha ottenuto risultati, la squadra ha mostrato un gioco inefficace e poco convincente, i giocatori sono stati svalutati, e i rapporti con lo spogliatoio sono peggiorati in modo evidente.
Quando un allenatore fallisce in modo così netto, è inevitabile chiedersi quanto pesino le responsabilità di chi ha scelto quel tecnico. Perché la realtà è che la scelta di Motta si è rivelata sbagliata, e non solo per l’inadeguatezza del gioco, ma anche per il modo in cui la squadra è stata gestita.
Motta ha dunque fallito, ma forse il compito di un dirigente dovrebbe essere anche quello di capire se un allenatore è adatto o meno a una determinata realtà, in questo caso quella della Juventus, un club che richiede ben più di una semplice buona gestione tattica. (continua dopo la foto)

Giuntoli ha pensato che Motta fosse l’uomo giusto per risollevare il club. Ma non è stato così. Ora, con la stagione che volge al termine, il dt bianconero sta riflettendo su un cambio di rotta drastico. In vista della prossima stagione, la Juventus potrebbe puntare su un allenatore con caratteristiche decisamente diverse, più esperto e adatto a una realtà complessa come quella della Juve.
Mancini, Pioli e soprattutto Conte sono i nomi più gettonati. C’è un aspetto da considerare: quando la Juve ha scelto Motta, Conte era libero, ma è stato ignorato. Lasciare che Conte andasse al Napoli è stato un errore di valutazione per i bianconeri, ma anche per il Milan. Ora, se Conte si liberasse dal club azzurro – un’operazione difficile – sarebbe senza dubbio il più indicato a rilanciare la sfida bianconera, riportando la Juve sulla strada giusta.
Intanto la Juventus ha affidato la panchina a Igor Tudor, che parte con un punto a suo favore: la juventinità. Il suo compito è chiaro: portare la Juve in Champions League. Non servono miracoli, né tattiche stravaganti: è sufficiente il buon senso. L’organico della Juventus è superiore a quello delle altre squadre che lottano per i posti in Champions, come Bologna, Lazio, Roma e Fiorentina.
Il piano di Tudor per portare la Juventus in Champions
Se Vlahovic, il miglior realizzatore bianconero, tornerà a essere titolare e non solo un cambio in situazioni difficili; se Koopmeiners verrà finalmente schierato nel suo ruolo naturale; se la difesa sarà affidata ai giocatori giusti come Gatti invece di Veiga; se Cambiaso potrà esprimersi al meglio una volta superati gli infortuni, allora la qualificazione non dovrebbe essere un problema.
Tudor dovrà dimostrare di avere la lucidità e il buon senso necessari per fare le scelte giuste. Secondo alcuni, dovrà evitare di introdurre subito cambiamenti radicali come la sua amata difesa a tre, che non è mai stata utilizzata dalla Juve.
La sua carriera da allenatore è stata altalenante: ha ottenuto buoni risultati, ma anche avuto scontri clamorosi, come alla Lazio, quando lasciò la squadra dopo soli due mesi. La Juventus gli concede adesso il tempo per provarci, ma dovrà fare qualcosa di straordinario per garantirsi un futuro a lungo termine sulla panchina bianconera.
Nel frattempo, Mancini, Pioli e Conte osservano, pronti a cogliere l’opportunità. Se Tudor non riuscirà a risollevare la Juventus, uno di questi allenatori potrebbe essere la chiave per riportare il club ai vertici. Ma per ora, la palla è nelle mani del croato.
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