
Juventus, sceglierà lui, e lo sa benissimo chi lo conosce: Dusan Vlahovic è uno che non si fa mettere fretta da nessuno. A Torino però, più che pazienza, serve chiarezza. Perché in casa bianconera si continua a navigare a vista tra un rinnovo che non arriva, una clausola che non esiste e un ingaggio da superstar che blocca qualsiasi scenario.
Vlahovic è uno dei primissimi nomi di Allegri per l'attacco. È un profilo che ad Allegri piace e che a Tare piace, quindi comunque genera consensi, e per il tipo di situazione contrattuale è anche un po' più semplice di altri obiettivi@MatteMoretto pic.twitter.com/llvjaWWzyO
— Zelus (@garante_il) June 17, 2025
Per capire dove nasce il caos basta tornare indietro di qualche settimana. Quando, nei corridoi segreti del dialogo Napoli-Juventus, è spuntato il piano più clamoroso di tutti: Vlahovic agli azzurri, Osimhen ai bianconeri. Operazione quasi da film: 15 milioni più il serbo in cambio del nigeriano, valutato 75.
C’erano gli accordi, c’era la benedizione dei procuratori, c’era persino la voglia di entrambe le stelle di cambiare aria. Poi è arrivato il “sì” di Conte per restare sulla panchina del Napoli per far saltare il tavolo: addio sogni di scambio, arrivederci alle idee di Allegri. (continua dopo la foto)

Già, perché mentre a Napoli svaniva la suggestione, a Milano prendeva corpo la nuova pista rossonera. Merito di Allegri, tornato in via Aldo Rossi per ricostruire un Milan competitivo. Il feeling con Vlahovic è rimasto intatto dai tempi juventini, e qualcuno giura che Max abbia messo il serbo in cima alla lista dei desideri.
Il problema? Sempre lo stesso: i conti. Vlahovic chiede almeno 8,5 milioni netti a stagione per tre anni. Un fardello fuori scala per il bilancio del Diavolo, soprattutto adesso che non ci sono coppe europee a dare ossigeno. L’ipotesi di uno scambio con Theo Hernandez ha infiammato le chat di mercato, ma non ha mai superato lo stato embrionale. Troppo complicato per club che devono badare al centesimo.
Così, a Torino, si mastica amaro ma si prova a guardare avanti. Il diktat è chiaro: nessuna svendita, nessun braccio di ferro. Vlahovic è ancora un tesserato della Juve, deve dare tutto. E il Mondiale per Club è la passerella perfetta per spingere su rendimento, gol e offerte serie.
Anche perché i manager del serbo non stanno fermi: sognano la Premier League, dove però, finora, nessuno ha bussato con forza alla porta bianconera. I grandi club inglesi non si lasciano incantare facilmente dai numeri di Vlahovic, ancor meno dal suo stipendio da top assoluto.
Intanto la Juve ha un problema di sostituto. Perché se Osimhen resta in cima alla lista, serviranno fondi freschi per tentare un altro assalto. E finché non esce Vlahovic, non entra nessuno. Un rompicapo che mette pressione a Comolli e a tutto il quartier generale bianconero. (continua dopo la foto)

E Vlahovic? Lui osserva, ascolta, valuta. Sa che deve fare la differenza, se vuole attirare pretendenti all’altezza. Perché, senza Champions con la Juve, restare a Torino con 12 milioni netti di stipendio rischia di trasformarsi in una trappola dorata.
Morale: tutto può succedere. A patto che qualcuno abbia coraggio, soldi e voglia di puntare ancora su di lui. Se la Premier dovesse svegliarsi, la situazione finalmente si sbloccherà. Se invece resterà in silenzio, occhio a Milan e Napoli: pronti a tornare in corsa, magari a prezzi di saldo.
Nel frattempo la Juve osserva. E aspetta che sia proprio Vlahovic, stavolta, a muovere la prima pedina di questa partita a scacchi. Che vale milioni. E una stagione intera.
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