
La Juventus attraversa uno dei momenti più delicati della stagione, e le ultime scelte di Thiago Motta hanno acceso nuove tensioni all’interno dello spogliatoio. Nella disfatta contro la Fiorentina, il tecnico ha escluso dalla formazione titolare alcuni dei senatori italiani, come Gatti e Cambiaso, mentre due dei migliori attaccanti, Vlahovic e Yildiz, sono rimasti in panchina per tutti i 90 minuti, nonostante la squadra fosse sotto di tre gol.
La Juventus magari non lo farà perché Giuntoli ha un contratto molto oneroso fino al 2028, ma se si decide che Motta verrà esonerato una società seria licenzia anche Giuntoli che ha molte più responsabilità di Motta https://t.co/OcpCxLPa6W
— Guido Olivares🇮🇹 (@Guidolino8) March 17, 2025
Un segnale che si aggiunge a episodi già noti, come la gestione della fascia di capitano, i continui cambi di formazione e il trattamento riservato a Danilo e Fagioli, entrambi ceduti a gennaio. Anche Vlahovic era già finito ai margini dopo il faccia a faccia con Motta in Arabia. Il messaggio del direttore tecnico Giuntoli, “Andiamo avanti tutti insieme”, suona come un appello per cercare di ricompattare un ambiente sempre più distante dall’allenatore.
La Juventus non ha perso contro Atalanta e Fiorentina per un ammutinamento silenzioso nei confronti di Motta. Ma i sette gol subiti in due partite sono un chiaro segnale di una squadra scollegata, priva di reazione e, soprattutto, distante dal proprio allenatore. Gli attriti, che inizialmente sembravano solo piccoli spifferi di tensione, si sono trasformati in un gelo evidente.
Il tecnico italo-brasiliano, pur stimato per il suo lavoro, ha perso il feeling con la squadra. Il suo approccio diretto e spesso rigido – con l’abitudine di riprendere i giocatori davanti a tutti senza filtri – non è mai stato apprezzato fino in fondo, e ora la sua scarsa empatia sta diventando un problema sempre più grande.
Juventus, Di Gregorio prova a tenere tutti uniti
La mancanza di una reazione nelle ultime sconfitte – compresa quella precedente contro l’Empoli in Coppa Italia – ne è la dimostrazione. Dopo il ko con la Fiorentina, Michele Di Gregorio ha parlato per conto di tutto il gruppo, cercando di allontanare le ombre di una crisi irreversibile: “Noi non ci arrendiamo. Siamo i primi a essere delusi per queste prestazioni non all’altezza della Juventus”.
“Il direttore Giuntoli ci ha chiesto di reagire e di non piangerci addosso“, ha aggiunto il portiere. “L’unico modo per uscirne è stare compatti e lavorare. Cambio drastico in panchina? Mi fido del direttore, ha detto che andiamo avanti tutti insieme e noi seguiamo le idee dell’allenatore”.
Le sue parole provano a mantenere unita la squadra, ma il rischio che il malcontento si trasformi in una rottura definitiva è più concreto che mai. Le prossime partite saranno decisive per capire se la Juventus saprà rialzarsi o se il gelo tra Motta e il gruppo diventerà irreversibile.
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