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Josè Mourinho, “tornerei ad allenare in Italia”: poi si paragona a Bove

José Mourinho, attuale allenatore del Fenerbahce, torna a parlare del suo addio alla Roma, della sua visione del calcio e dei progetti futuri. In un’intervista al Corriere dello Sport, il tecnico portoghese si lascia andare a riflessioni personali e professionali, spaziando dalla finale di Budapest al desiderio di allenare una nazionale, fino a un potenziale ritorno in Italia.

Mourinho ha ricordato con amarezza l’epilogo della sua avventura alla Roma, soffermandosi sul momento successivo alla sconfitta in finale di Europa League contro il Siviglia : “Avrei dovuto lasciare la Roma dopo la finale di Budapest“, ha ammesso Mourinho. Un addio carico di emozione, ma anche di dubbi e incertezze.

“Prima di partire ho comprato quattro biglietti,” ha raccontato. “I miei assistenti mi dissero: ‘Mister, meriti di salutare i tifosi e loro meritano di salutare te’. Ci ho pensato a lungo, ma alla fine ho rinunciato. Non volevo rischiare di sembrare una persona che cerca di disturbare, e io non faccio mai questo”. Mourinho ha poi rivelato di non aver più visto giocare la Roma dopo il suo addio, ma di avere seguito l’Inter.

Una riflessione particolare Mourinho l’ha dedicata a un ex allievo della Roma, Edoardo Bove, che esordì sotto la sua guida. Per l’allenatore portoghese, il giovane centrocampista è una persona che incarna lo stesso spirito di determinazione che lui stesso ha sempre avuto nella sua carriera: “Bove è come me. Nessuno gli ha regalato nulla. Ha esordito con me perché abbiamo principi simili, anche se lui ha vent’anni e io sessanta”, ha spiegato, evidenziando l’importanza del duro lavoro e del sacrificio nella crescita professionale.

Josè Mourinho e la superficialità nel mondo del calcio

Sul futuro, Mourinho ha espresso il suo desiderio di allenare una nazionale, con un occhio di riguardo per l’Italia: “Voglio giocare un Europeo o un Mondiale, unire un Paese intorno alla sua nazionale nello stesso modo in cui sono riuscito tante volte con i club e i tifosi. L’Italia? Tornerei a lavorarci“.

Le sue parole non si fermano qui. Mourinho ha anche lanciato una critica pungente al mondo del calcio, definendolo il “regno della superficialità e dei luoghi comuni“. Un giudizio netto che riflette la sua visione disincantata di un ambiente spesso dominato da giudizi facili e senza profondità.

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