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Jannik Sinner, la Wada nella bufera: cosa è emerso sull’Agenzia Antidoping

Jannik Sinner, emergono dettagli sconcertanti sull’operato della World Anti-Doping Agency (Wada), che si trova nuovamente al centro di una bufera. Dopo lo scandalo sul doping di Stato in Russia, emerge un nuovo caso di insabbiamento legato a 23 nuotatori cinesi che alimenta dubbi sull’efficacia e sulla trasparenza dell’agenzia.

Mentre la Wada sembra chiudere un occhio – o entrambi – di fronte a gravi violazioni, si accanisce invece su casi controversi come quello di Jannik Sinner, con un modus operandi che mina ulteriormente la sua credibilità.

Secondo il New York Times, a metà 2020 la Wada era stata informata da un’unità investigativa interna che la Cina stava portando avanti un programma di doping sofisticato. Tra le pratiche utilizzate figurava l’assunzione di trimetazidina, una sostanza che migliora la resistenza fisica, resa famosa dal caso di Iga Swiatek, sospesa per un mese per contaminazione accidentale.

Nonostante la gravità del rapporto, la Wada ha scelto di ignorare le prove, accettando senza ulteriori verifiche la spiegazione cinese di una “contaminazione alimentare” non dimostrata. In netto contrasto con questa decisione, la Wada ha fatto ricorso contro la sentenza che aveva assolto Sinner, trovato positivo a una quantità infinitesimale di una sostanza proibita.

Jannik Sinner, due pesi e due misure dalla Wada

Il tennista italiano aveva già dimostrato che si trattava di contaminazione accidentale, ottenendo l’assoluzione da un tribunale indipendente. Eppure, la Wada ha scelto di insistere, sollevando domande sul perché dedichi risorse a casi marginali anziché concentrarsi su scandali più significativi.

Lo stesso direttore generale della Wada, Oliver Niggli, ha ammesso recentemente che esiste un problema legato al microdosaggio e alla contaminazione accidentale, suggerendo che le regole potrebbero essere riviste. Ma per molti osservatori, il problema principale resta la priorità data a battaglie secondarie piuttosto che ai veri colpevoli del doping.

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