x

x

Vai al contenuto

Italia, un debuttante per fermare Haaland: chi è Diego Coppola

Italia, dieci giorni fa Diego Coppola era un nome poco conosciuto ai più. noto soprattutto agli addetti ai lavori e ai tifosi più attenti. Poi è diventato il ventisettesimo convocato di Luciano Spalletti, aggregato per completare il gruppo in vista della trasferta di Oslo per i tanti infortuni nel reparto difensivo.

Invece oggi, contro la Norvegia e contro Erling Haaland, è il principale candidato per la marcatura del fortissimo centravanti norvegese. Scelto per guidare la trincea azzurra nella partita più delicata di questo 2025.

Il calcio ha spesso una strana ironia. Acerbi ha rifiutato, Buongiorno e Gabbia si sono fermati, così come lo stesso Ranieri, chiamato in corsa e mai pienamente integrato. In mezzo a questo caos, la calma di Coppola, 21 anni appena compiuti, figlio di un campano e di un’olandese, cresciuto a Bussolengo e forgiato nelle giovanili dell’Hellas Verona.

“È fortissimo di testa, molto difensivo, sempre attento”, ha detto Spalletti in conferenza stampa. Nessun colpo di teatro, solo una presa d’atto: il ragazzo ha mostrato applicazione, tempismo, voglia. E ora sarà lui, numero 3 dell’Hellas, a marcare il numero 9 più devastante del pianeta.

La scelta è stata confermata dai test su palla inattiva e dal posizionamento nelle prove di formazione: Coppola in campo dal primo minuto, al fianco di Bastoni e Di Lorenzo, davanti a Donnarumma. Una responsabilità che pesa, e che solo chi ha cuore e testa può sopportare senza tremare.

Italia, un debuttante che non trema

Contro la Norvegia, in uno Ullevaal Stadium infuocato e pieno fino all’ultimo seggiolino, Coppola vestirà per la prima volta l’azzurro dei grandi. L’Italia si gioca mezza qualificazione, e lui si gioca la chance della vita. Fermare Haaland? Nessuno ci scommetterebbe. Ma l’orgoglio, l’aiuto dei compagni e un pizzico di follia giovanile possono fare miracoli.

Nell’aria scandinava di Oslo, un ragazzo del 2003 scoprirà cosa significa stare sotto i riflettori del calcio mondiale. E magari, se tutto andrà bene, non tornerà più indietro.

Leggi anche:

Argomenti