
La pesante sconfitta dell’Italia in Norvegia, 3-0 senza appello, ha lasciato l’ambiente azzurro con l’amaro in bocca. Nel post partita su Raiuno, Daniele Adani ha espresso un giudizio netto che non era destinato tanto ai giocatori, ma a chi in sede di commento prima dell’incontro ha sottovalutato gli avversari. Neanche a dirlo: Fabio Caressa, con il quale non corre buon sangue.
Non sarà l’eroe che ci meritiamo, ma abbiamo bisogno anche di lui. Se può servire a smontare le favolette da *old man yells at clouds” raccontate da Caressa ed i suoi amici di briscola e tresette, ben venga Lele Adani, anche a modo suo e con la solita retorica esagerata. https://t.co/6RJlvAmUFa
— M(i)r. Wolf 🐺 (@rightbehaviors) October 24, 2024
“Chi conosce il calcio sa che questa era una partita difficile”, ha dichiarato l’ex difensore e commentatore, sottolineando come solo chi segue il gioco con serietà e competenza fosse in grado di prevedere una gara complicata. Nonostante questo, Adani ammette di non aver immaginato un risultato così netto: “Mai avrei pensato a una sconfitta per 3-0”.
Il messaggio di Adani è riferito una vecchia polemica con Fabio Caressa, voce storica di Sky Sport. A gennaio, Adani aveva definito con parole dure alcuni colleghi che minimizzavano la forza della Norvegia: “Qualche co****ne che non sa fare questo lavoro dice ‘dobbiamo aver paura della Norvegia?’”. Un’affermazione che scatenò una risposta a distanza da parte di Caressa.
Questi si definì con ironia “Voldemort, colui che non può essere nominato” perché Adani non lo aveva mai chiamato direttamente per nome. Ma il vero punto di Caressa era un richiamo alla cultura del confronto: nel calcio non esistono nemici, ma avversari; il lavoro di chi commenta lo sport deve trasmettere rispetto e cultura, non rabbia o insulti.

Caressa ha ribadito l’importanza di mantenere la correttezza e il rispetto nei confronti delle idee diverse: “Serve rispetto, senza insultare. È importante parlare e ascoltare l’altro… Arrivare a insultare chi ha un’opinione diversa è pericoloso, riporta a momenti molto bui”.
Un invito a ragionare e discutere senza degenerare in offese, un monito che vale ben oltre il calcio, specialmente in un contesto mediatico dove la passione spesso sfocia in polemica sterile. In conclusione, la pesante batosta subita dagli azzurri ha acceso anche un riflettore sul modo in cui si racconta il calcio, sottolineando la necessità di un dialogo più civile e competente.
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