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Inter, Chivu analizza la vittoria di Genova: “C’è un motivo per cui siamo in testa”

L’Inter si prende Genova, la vetta della Serie A e un pieno di fiducia prima della partenza per l’Arabia Saudita. Al Ferraris i nerazzurri superano un Genoa in salute, resistono alla rimonta nel finale e completano un doppio sorpasso pesantissimo su Milan e Napoli, ritrovandosi soli lassù per la prima volta dopo otto mesi. Un’accelerazione improvvisa, che certifica la solidità del nuovo corso firmato Cristian Chivu.

“Non era una partita facile”, sottolinea Chivu a fine gara, “ma siamo stati bravi a capire subito cosa serviva“. L’Inter domina per oltre un’ora, poi incassa un gol evitabile che riapre tutto. È lì che emerge la parte meno estetica ma più efficace della squadra: gestione, concretezza, scelte nette dalla panchina. Dentro De Vrij per aumentare la solidità, Akanji arretrato e adattato, rinunciando a qualcosa davanti per proteggere il risultato. (continua dopo la foto)

Una gestione pragmatica che il tecnico rivendica senza esitazioni: quando serve, anche la realpolitik diventa uno strumento per vincere. I cambi, questa volta, incidono davvero e permettono ai nerazzurri di limitare al minimo i rischi nel finale.

Il volto simbolo resta Lautaro, ringraziato uno a uno dal tecnico dopo il fischio finale. Il capitano cuce il gioco, lavora tra le linee e trascina il gruppo anche nei momenti più delicati. “Avrei voluto più verticalità”, ammette Chivu, “ma il suo lavoro è stato fondamentale“.

L’Inter ha concesso pochissimo dopo il gol del Genoa e avrebbe avuto anche le occasioni per chiuderla definitivamente. La squadra non è ancora perfetta, ma ha dimostrato carattere, intelligenza e margini di crescita. Cinque mesi fa era considerata da alcuni una formazione da metà classifica, oggi guarda tutti dall’alto. (continua dopo la foto)

La testa ora va alla Supercoppa italiana. “Non guardiamo troppo la classifica, i conti si fanno alla fine”, frena Chivu, ma la trasferta ligure arriva nel momento migliore possibile per silenziare mugugni e polemiche. A Riad servirà lo stesso spirito visto al Ferraris, soprattutto dopo la delusione dell’ultima edizione.

Essere concreti, capire le partite e saperle portare a casa non è un dettaglio. È una qualità. E questa Inter, oggi, ha dimostrato di averla.

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