L’inno della Juventus, intitolato “Juve, storia di un grande amore“, ha solo una ventina d’anni ma ha già segnato la storia del club che negli anni Dieci del Duemila ha associato il testo ad una serie di vittorie in Italia. Ricostruiamo insieme l’origine della canzone che risuona settimanalmente allo Juventus Stadium tra calciatori e tifosi e che sui social spopola con i video.
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Storia dell’inno della Juve
Nel vasto panorama dello sport mondiale, poche realtà hanno una storia così ricca e un’impronta così indelebile come la Juventus. Questo gigante calcistico italiano ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore di milioni di tifosi in tutto il mondo, non solo per i suoi trionfi sul campo, ma anche per la sua cultura, la sua tradizione e i suoi simboli. Uno di questi simboli, forse il più incisivo e coinvolgente, è il suo inno ufficiale.
Il club fece un concorso per un nuovo inno nel 2005 che potesse identificare il nuovo corso bianconero. L’obiettivo era di creare anche un simbolo insieme al nuovo Juventus Stadium per allinearsi ai top club europei. La canzone, composta nel 2005 dal cantautore italiano Giampiero Scalamogna e da Alessandra Torre, è diventata rapidamente l’inno non ufficiale della Juventus. Successivamente nel 2007 Paolo Belli, noto tifoso juventino, ha riarrangiato la canzone. Il lavoro di rielaborazione è durato mesi, prima di arrivare alla versione definitiva conosciuta oggi.
La sua melodia orecchiabile e le parole cariche di significato hanno reso questa canzone un elemento imprescindibile durante le partite casalinghe allo Juventus Stadium e in ogni occasione in cui i tifosi bianconeri si riuniscono per sostenere la loro squadra del cuore. E’ molto frequente sui social vedere video dei tifosi o storie su Instagram in cui si mostra il pubblico di casa mentre canta l’inno con la collaborazione di tutto lo Juventus Stadium.
Il club ha sfruttato la popolarità del testo per aumentare anche i propri follower e i like sui social. Una tendenza già nota, ad esempio, all’estero, dove squadre come Liverpool, Barcellona e Real Madrid hanno investito molto tempo nel creare un legame indissolubile tra società, tifosi e inno ufficiale. In questo senso, basti ricordare Hala Madrid, che ha richiesto l’intervento artistico di Placido Domingo, oppure il testo di El Cant del Barça (tutto in catalano) oppure You’ll never walk alone dei Reds ad Anfield.
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Testo dell’inno bianconero
Simili a degli eroi, abbiamo il cuore a strisce
Bianco che abbraccia il nero
Coro che si alza davvero, solo per te
È la Juve, storia di quel che sarò
Quando fischia l’inizio
Ed inizia quel sogno che sei
Juve, storia di un grande amore
Bianco che abbraccia il nero
Coro che si alza davvero
Juve per sempre sarà
Juve, storia di un grande amore
Bianco che abbraccia il nero
Coro che si alza davvero
Juve per sempre sarà
Juve, Juve per sempre sarà
Juve, Juve per sempre sarà
Significato del testo di “Juve, storia di un grande amore”
L’inno della Juventus, intitolato “Juve, storia di un grande amore”, è molto più di una semplice canzone. È un inno alla storia, alla passione e all’identità di un club che ha plasmato il calcio italiano e internazionale nel corso dei decenni. Con una melodia avvincente, l’inno trasporta i tifosi in un viaggio attraverso i trionfi e le sfide affrontate dalla Vecchia Signora.
L’inno si rivolge ai tifosi, a coloro che conoscono la storia e l’anima della Juventus, che comprendono il significato di indossare quella maglia bianconera. È un invito a unirsi nella passione comune, a celebrare insieme le vittorie e a resistere insieme alle sconfitte, come una grande famiglia unita dallo stesso amore per il club.
Curiosità sull’inno juventino
L’inno della Juventus è stato cantato recentemente nel 2018 anche dai giocatori del Norimberga dopo la promozione in Bundesliga. Enrico Valentini, terzino italo-tedesco di fede bianconera, fece cantare sull’autobus tutta la squadra per festeggiare il passaggio nella massima categoria.
L’orecchiabilità della canzone è stata confermata anche da Paolo Belli, che così ha spiegato la nascita della melodia: “Il rischio di scrivere un inno è quello di creare una marcetta e ciò sminuisce il valore della musica. Perciò ci ho pensato bene e dopo aver accettato e aver avuto carta bianca ci ho lavorato su. Sono orgoglioso del risultato perché questo inno è diventato figlio mio e ogni volta che viene fatto ascoltare allo stadio mi commuovo“.