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Incidente sull’A1, chi erano il papà e il figlio di otto anni morti sul colpo: atroce

La dinamica

Le cause dell’incidente sono ancora al vaglio della Polizia Stradale di Frosinone, ma una delle ipotesi più accreditate è che possa esserci stato lo scoppio di uno pneumatico, che avrebbe fatto perdere il controllo del veicolo e causato l’impatto da parte del SUV. A evitare una strage ancora più grande è stato il gesto eroico di un camionista: alla guida di un tir della ditta Iannotta, l’uomo ha compreso in un istante la gravità della situazione. Ha rallentato, bloccato il mezzo trasversalmente sulle tre corsie e fatto da scudo ai veicoli coinvolti, impedendo che altre auto si schiantassero a catena.

I primi soccorsi sono arrivati da alcuni automobilisti di passaggio, poi è stato il turno del 118, dei Vigili del Fuoco e della Polstrada, che ha disposto la chiusura dell’autostrada per diverse ore. Le code hanno raggiunto i sei chilometri in direzione sud, ma ora la circolazione è tornata regolare. (continua dopo le foto)

Chi erano il papà e il figlio di otto anni

Inya Christopher Nwachi viveva a Cervaro, in provincia di Frosinone. Lavorava in una pizzeria del posto, ma sognava un futuro diverso. Per questo aveva seguito un corso da operatore socio sanitario a Cassino e, una volta ottenuto l’attestato, era stato assunto a Vicenza. Un traguardo importante per lui e per la sua famiglia. L’ingresso ufficiale in servizio era previsto per giugno.

Il viaggio in Veneto aveva avuto un obiettivo preciso: sistemare casa e documenti in vista del trasferimento. Mancavano pochi passi, solo qualche settimana. La famiglia aveva deciso di restare nel Lazio fino al termine dell’anno scolastico, per non scombussolare il piccolo Christopher Junior, iscritto in terza elementare.

Il dolore per la loro scomparsa ha colpito l’intera comunità di Cervaro. A parlare con voce rotta è il sindaco Ennio Marrocco, che ha voluto ricordarli con parole commosse: “È una tragedia che colpisce tutta la nostra comunità. Christopher e la sua famiglia erano benvoluti da tutti, persone perbene, integrate, un esempio di dignità e speranza. Come Comune saremo vicini alla moglie e alla figlia in questo momento terribile.”

Un sogno fatto di lavoro onesto, sacrifici e progetti che si è spezzato a pochi chilometri da casa. Ora restano il silenzio, il dolore e una comunità intera che si stringe attorno a ciò che resta di una famiglia spezzata troppo presto.

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