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Il rugby è un lavoro da donne

arbitre

In uno sport ‘maschio’ come il rugby i tabù e gli stereotipi sono duri a morire. Il rugby femminile è, finalmente, considerato degno di riguardo, ma ancora è lontano dall’essere percepito come ‘ordinario’. Ma c’è un altro aspetto dello sport nel quale le donne stanno infrangendo il proverbiale soffitto di cristallo: l’arbitraggio. Aumentano le arbitre di rugby (fra l’altro, il femminile del termine arbitro è tra quei vocaboli accettati dai dizionari ma che ancora suonano bizzarri nel parlato), e in Italia sono in particolare 2 le rappresentanti della categoria. Si chiamano Clara Munarini e Maria Beatrice Benvenuti.

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Arbitre alla conquista del rugby italiano

Entrambe non hanno iniziato giocando a rugby, ma appassionandosi allo sport sin da piccole. Entrambe sono state chiamate ad arbitrare il torneo 6 Nazioni femminile 2019 (che, fra l’altro, è stato il migliore di sempre per le azzurre, arrivate seconde dietro l’Inghilterra), il palcoscenico più importante che sino ad oggi le ha viste impegnate, ma da anni entrambe arbitrano tornei sia maschili che femminili ai massimi livelli. Clara Munarini è una 29enne di Parma, ed è stata la prima donna chiamata a dirigere una partita di massima serie nel campionato italiano. In alcune interviste si dichiara ‘zen’, preferisce entrare in empatia con i giocatori e le giocatrici, serafica più che autoritaria, afferma di essersi sempre sentita rispettata in campo e di non aver mai avuto problemi per il suo essere donna.

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Qualche problemino lo ha avuto Maria Beatrice Benvenuti invece. La giovane (classe 1993) arbitra romana è stata infatti suo malgrado protagonista di un terribile placcaggio il cui video ha fatto il giro del mondo. Durante la sfida tra Valsugana e Vicenza, nel campionato di serie A, è stata travolta con violenza da Bruno Doglioli, giocatore argentino – poi radiato. Che il genere dell’arbitro avesse rilievo non è dato a sapersi, fatto sta che l’episodio è stato straordinariamente violento, come non se ne vedono spesso, fortunatamente, in questo sport. Benvenuti se l’è cavata con un colpo di frusta. In ogni caso, anche lei afferma di essersi sempre conquistata il rispetto (episodio a parte) dei giocatori in campo. Insomma, i tabù si infrangono e anche lo sport evolve.

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