Christian Ferro, segnatevi questo nome. È lui Il campione del film d’esordio di Leonardo D’Agostini (in sala dal 18 aprile), che sullo schermo ha il volto di Andrea Carpenzano. Giovanissimo, pieno di talento, indisciplinato, ricchissimo, viziato …e giallorosso, visto che il nuovo talento del calcio italiano – nella finzione – è un calciatore della Roma. Un ragazzo da guidare, al quale la società affianca un tutore, interpretato da Stefano Accorsi, di nuovo alle prese con il cinema sportivo dopo film come Santa Maradona e Veloce come il vento, o il cortometraggio L’arbitro.
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Chi è Christian Ferro?
La storia è quella di Christian Ferro, giovane al centro delle attenzioni di tutti e che – casualmente – condivide lo stesso nome del figlio di Francesco Totti (che peraltro ha dato il proprio placet al film). Il suo carattere non semplice, e l’ennesima bravata, rendono indispensabile la presenza di Valerio, professore schivo che dovrebbe insegnargli la disciplina e accompagnarlo all’esame di maturità . E con il quale il giocatore creerà un legame che farà crescere e cambiare entrambi.
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I pericoli della fama
“Cosa è un campione?”, si chiede il film. E la risposta è: “chi ha talento, e sa come gestirlo”. Una regola che potrebbe valere per molti sport, non solo per il calcio. Come anche il tema centrale al quale ha fatto riferimento ancora Accorsi, parlando di quanto il contorno possa stravolgere la percezione che questi idoli delle folle hanno di sé… “Il modo in cui ci si racconta come persone di successo ci condiziona nel quotidiano e ci fa perdere il contatto con l’altro, con quanto c’è di più autentico e concreto”.
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Grazie Roma!
Un film, insomma, che promette di superare i confini dello sport, e del campo. In questo caso quello dello Stadio Olimpico di Roma. Anche se per alcune scene di gioco si è ricorsi alle strutture del Pisa, il film è totalmente ambientato nel mondo dell’A.S. Roma. Dai campi di allenamento del centro sportivo Fulvio Bernardini alla sede societaria di Trigoria, e tutto ciò che gli gira intorno.
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Gli altri film sul calcio
Da sempre, uno dei refrain più tipici del cinema italiano è che non si riesca a fare dei bei film sul calcio. Al punto di esser diventato quasi un modo di dire, un cliché negativo. Di fatto si continuano a ricordare sempre gli stessi esempi dall’Uomo in più di Sorrentino al Presidente del Borgorosso Football Club o Ultimo minuto! Fa particolarmente piacere – a maggior ragione – trovare un film che offra pochi appigli a questa sorta di categoria di denigratori seriali. E Il campione di D’Agostini, in questo senso, potrebbe mettere tutti d’accordo, per quello che mostra sia sul campo sia fuori.
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