
Zlatan Ibrahimovic è cambiato, forse solo in parte. L’ex fuoriclasse svedese oggi al Milan lavora dietro le quinte, ma non ha perso quella mentalità ferrea che lo ha sempre contraddistinto. Dopo aver rappresentato per anni il volto del Milan vincente, Ibra ha scelto di proseguire la sua avventura in qualità di consulente di RedBird, restando però costantemente in contatto con la società e con la squadra.
Zlatan #Ibrahimovic alla Gazzetta: “#Leao? A Torino ero nello spogliatoio. Erano tutti arrabbiati, tutti, pure Allegri, perché si poteva vincere. E anche Leao. Ricordiamoci che durante la preparazione era il migliore, poi è stato fuori due mesi, ora deve tornare in forma. Chiaro… pic.twitter.com/hk8v2lUfg3
— Guido Olivares🇮🇹 (@Guidolino8) October 9, 2025
“La società ha aggiunto quello che mancava, adesso c’è una figura che sta sempre a contatto con giocatori e allenatore, è Igli Tare e lo fa bene – ha spiegato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport –. Io vengo qui a Casa Milan, a volte vado a Milanello: parlo tutti i giorni con Furlani e con Gerry (Cardinale), che è molto coinvolto. Studiamo cosa serve per migliorare il Milan, facciamo delle strategie: alla fine decide Gerry, ma si fida molto di chi è in società”.
Oggi Ibrahimovic è coinvolto anche nella parte corporate e nell’area entertainment di RedBird, dove continua ad applicare la sua filosofia: “Se non conosco una cosa, sto zitto, guardo e imparo. Ma nelle aree in cui ho esperienza, parlo — o parlo molto di più”.
“Il Milan non cambia: è il Milan che cambia te”
Il carisma e la voglia di vincere restano intatti. Ibrahimovic non pronuncia apertamente la parola scudetto, ma il suo obiettivo è chiaro: riportare il Milan al vertice e farlo restare lì. “Il Dna del Milan è vincere, soprattutto in Europa, e là dobbiamo tornare. Nessuno vuole cambiare il Milan, la sua cultura o la sua tradizione. Le do una regola: nessuno cambia il Milan, è il Milan che cambia te. A Milanello senti profumo di vittoria, dopo che sei stato lì non resti lo stesso calciatore”.
Secondo Ibra, ogni persona nel club contribuisce al successo: “Dal cuoco al giardiniere, tutti fanno in modo che allenatore e squadra possano esprimersi al meglio”.

“Aiuto se serve, ma non interferisco con l’allenatore”
Pur restando una figura di riferimento, Ibrahimovic non ha alcuna intenzione di sovrapporsi alle scelte di Massimiliano Allegri. Tuttavia, la sua presenza si fa sentire nei momenti chiave, come dopo la sfida di Torino contro la Juventus: “C’è un allenatore, se posso aiutare senza disturbarlo lo faccio. Ma non vai sopra l’allenatore, lo metti solo in difficoltà. Io posso essere più amico di lui dei giocatori, ma resto Ibra, con l’esperienza di Ibra”.
Il campione svedese ammette di aver imparato a modulare il proprio approccio: “Prima avevo solo una modalità strong, col tempo ho capito che per entrare nella testa dei giocatori a volte devi essere più soft. E devi insistere”.
A Torino, racconta, c’era tensione nello spogliatoio: “Erano tutti arrabbiati, Allegri compreso, perché si poteva vincere. E anche Leao, che aveva sbagliato due gol. Durante la preparazione era stato il migliore, poi è stato fuori due mesi: ora deve ritrovare la forma. Ma ci aspettiamo sempre la magia, perché Leao è magia. È uno dei giocatori più forti al mondo, e non lo dico per marketing. Quando abbiamo vinto lo scudetto, posso dire che lo ha vinto da solo”.
“Modric è un vero campione, anche senza urlare”
Tra le qualità che Ibrahimovic ammira, c’è la leadership silenziosa di Luka Modric, arrivato al Milan solo da pochi mesi ma già punto di riferimento del gruppo. “Siamo diversi – spiega –: lui è leader in campo, fuori si prende poco spazio, ma ha portato l’esperienza che mancava. Anche se non avesse giocato da ‘wow’, solo stargli vicino ti avrebbe dato qualcosa”.
Di fronte alle prestazioni del croato, Ibra non mostra sorpresa: “Gioca così da vent’anni. Molti restano al top per due anni, poi spariscono. Altri invece restano in alto per vent’anni: quelli sono i veri campioni, anche se non vincono il Pallone d’Oro. E noi ne abbiamo uno davanti agli occhi”.
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