L’omicidio
Turetta sequestra Giulia e la porta nella zona industriale di Fossò, dove avviene l’omicidio. “Mentre eravamo in macchina ha iniziato a dirmi ‘sei pazzo, lasciami andare, cosa stai facendo’. La tenevo ferma con un braccio. Ho provato a metterle lo scotch sulla bocca. Si dimenava, è scesa ed ha iniziato a correre. Anche io sono sceso. Avevo due coltelli nella tasca in auto dietro al sedile del guidatore. Uno l’avevo lasciato cadere a Vigonovo: ho preso l’altro e l’ho rincorsa. Continuava a chiedere aiuto, le ho dato, non so, una decina, 12 o 13 colpi col coltello, volevo colpirla al collo alle spalle sulla testa sulla faccia e poi sulle braccia”
L’autopsia restituisce 75 coltellate e una morte per shock emorragico provocato dal colpo alla testa e dalle coltellate. “Mi ricordo che era rivolta all’insù verso di me. Si proteggeva con le braccia dove la stavo colpendo”. L’ultima coltellata dice di averla sferrata sull’occhio. “Giulia era come se non ci fosse più. L’ho caricata sui sedili posteriori e siamo partiti. Avevo i vestiti abbastanza sporchi del suo sangue”. Turetta abbandonerà il corpo di Giulia in una zona isolata vicino al lago di Barcis per poi scappare co la sua Fiat Punto fino in Germania. (continua dopo la foto)
La fuga
Turetta inizia la fuga: durerà sette giorni e verrà catturato in Germania: “Questo – dice riferendosi a delle immagini che gli vengono mostrate – sono io al distributore di Cortina. I vestiti sporchi di sangue li ho cambiati con altri che avevo in macchina. In auto ho sempre un cambio, coperte, qualcosa da mangiare o da bere. Ho imboccato la strada per Barcis, mi sono fermato in un punto in cui non c’erano case , sono rimasto un po’ lì ho provato anche con un sacchetto a soffocarmi però anche dopo averlo legato con lo scotch non ci sono riuscito.“
“Avevo un pacchetto di patatine in macchina e una scatolina con qualche biscotto. Non ho mai comprato nulla da mangiare. I soldi che avevo li ho spesi per i rifornimenti di benzina. Volevo togliermi la vita con un coltello che avevo comprato, ma non ci sono riuscito. Pensavo che se avessi fumato e bevuto sambuca sarebbe stato più facile suicidarmi, ma invece ho vomitato in macchina. Allora ho riacceso il telefono, cercavo notizie che mi facessero stare abbastanza male da avere il coraggio per suicidarmi ma ho letto che i miei genitori speravano di trovarmi ancora vivo e ciò ha avuto l’effetto opposto: mi sono rassegnato a non suicidarmi più e ad essere arrestato“