
Come riportato da Sky Sport, è ormai fatta: Gennaro Gattuso sarà il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana. La firma dovrebbe arrivare la prossima settimana, ma il profilo dell’ex centrocampista del Milan sembra ormai scelto dalla FIGC per guidare l’Italia nel prossimo ciclo. Una decisione che promette di scuotere le fondamenta di Coverciano.
Una scelta identitaria: la grinta al potere
Gattuso non è solo un allenatore. È un simbolo. Un totem di tenacia, sacrificio e spirito di gruppo. Nella sua carriera da giocatore ha incarnato l’anima battagliera dell’Italia campione del mondo nel 2006. Ora si prepara a trasferire quell’identità alla guida tecnica della Nazionale.
A livello tattico, Gattuso ha mostrato una crescita continua: dal pragmatismo con il Milan, alla fase più reattiva con il Napoli (dove ha vinto una Coppa Italia), fino alle esperienze all’estero con alterne fortune. Non è un allenatore visionario, ma è un motivatore nato, capace di creare un gruppo coeso e di spremere il meglio dai propri giocatori. Ed è esattamente ciò di cui ha bisogno oggi l’Italia, reduce da una serie di delusioni post-Europeo 2021.
La sfida del rinnovamento
Gattuso eredita una Nazionale in transizione. Dopo la mancata qualificazione ai Mondiali 2022 e il deludente percorso a Euro 2024, l’Italia ha bisogno di una sterzata. Non tanto sul piano tattico, quanto sul piano emotivo e mentale. L’ex mediano calabrese porta con sé una leadership cruda, ma autentica. Il suo impatto sarà immediato, e forse anche controverso.
Certo, rimangono interrogativi. Saprà gestire la pressione mediatica? Riuscirà a trovare una sintesi tra il suo stile diretto e le esigenze di un calcio sempre più tecnico? Ma una cosa è certa: con Gattuso CT, nessuno potrà permettersi di camminare in campo. E per una Nazionale che ha bisogno di ritrovare sé stessa, potrebbe essere l’inizio giusto.
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