Rapporti personali e accuse di conflitto d’interesse
Angela Taccia respinge anche i dubbi su un possibile conflitto di interessi, legato alla sua amicizia storica con Andrea Sempio. «Non c’è alcuna incompatibilità. Da amica, conosco la sua integrità morale. Da avvocato, so che non ci sono indizi a suo carico», afferma. E aggiunge: «Nessuno dubita dell’innocenza di Andrea: né a Garlasco, né a Voghera, né nella famiglia Poggi». Un legame, quello con Andrea e con Marco Poggi, fratello della vittima, che risale a prima dell’omicidio: «Ci conosciamo dall’ottobre 2005. Siamo inseparabili. Evitiamo solo le cene pubbliche per non alimentare ulteriori polemiche». L’avvocata, dunque, non si ritiene coinvolta in modo improprio e nega che vi siano margini per una sua convocazione come persona informata sui fatti: «Dal 28 giugno a settembre 2007 ero a Stresa per gare di golf. Non ero in paese».

L’estate del 2007, i ricordi di Punta Ala e il peso del dolore
Un passaggio dell’intervista tocca anche l’estate del delitto, quando Taccia e Sempio, assieme ad altri amici, si recarono a Punta Ala per la classica vacanza post-maturità. «C’era tutta la nostra comitiva, tranne Marco ovviamente. Lo chiamavamo spesso per sapere come stesse. Ma non fu una vacanza spensierata: quello che era successo era troppo più grande di noi», racconta. Quel viaggio, già finito nei verbali d’indagine, torna ora come spunto di memoria e come prova indiretta dell’assenza di stranezze nella condotta del gruppo. E serve a Taccia anche per sottolineare quanto lei stessa si senta parte di una storia “umana” oltre che giudiziaria: «Difendere Sempio per me non è solo una professione, è un dovere morale». Un’intervista che suona come una presa di posizione netta, ma anche come un monito: in un caso giudiziario in cui le ombre non mancano, nessuna parola dovrebbe essere lasciata al caso.