
A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso si riapre con una pista inedita e agghiacciante. La giovane, trovata morta nella sua abitazione di via Pascoli a Garlasco nell’agosto del 2007, potrebbe essere stata assassinata non per un impulso improvviso o per un movente passionale, ma per qualcosa di molto più oscuro. Secondo quanto dichiarato da uno dei legali di Andrea Sempio — oggi indagato nella nuova inchiesta — Chiara avrebbe scoperto un segreto troppo scomodo: un ricatto sessuale ai danni di un sacerdote. Un segreto che, se rivelato, avrebbe potuto scatenare uno scandalo.

Il legame con il sacerdote e il ricatto a luci rosse
Il nome che torna al centro dell’attenzione è quello di Don Gregorio Vitali, ex rettore del Santuario della Bozzola, figura molto conosciuta e rispettata nel territorio pavese. Anni fa, il sacerdote fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale da parte di due uomini di origine romena: Flavius Savu e Florin Tanasie. I due, con un piano premeditato, avevano adescato il religioso e lo avevano filmato in situazioni compromettenti, usando quei video per estorcergli denaro. Don Vitali, seppur colpito nel profondo, trovò il coraggio di denunciare tutto alle autorità.
Il caso finì in tribunale e, nel 2014, i due estorsori furono condannati per estorsione aggravata. Tuttavia, al momento della sentenza erano già irreperibili: si erano dati alla latitanza e da allora risultano ufficialmente fuggitivi.
Il sospetto dell’avvocato: “Chiara sapeva qualcosa”
A far tremare oggi la tranquillità apparente di un caso considerato chiuso, è l’ipotesi avanzata dall’avvocato Massimo Lovati, uno dei difensori di Andrea Sempio. Il legale sostiene che Chiara Poggi potrebbe aver scoperto qualcosa riguardo al caso di Don Vitali, forse una verità scomoda su ciò che accadeva tra le mura del Santuario della Bozzola. Ed è possibile — secondo la teoria dell’avvocato — che qualcuno abbia deciso di farla tacere per sempre. Addirittura si ipotizza l’intervento di un sicario che l’avrebbe colpita nella casa di famiglia, per eliminare l’unica persona che poteva far esplodere lo scandalo.
Una ricostruzione ancora tutta da dimostrare, ma che ha già riattivato l’interesse degli inquirenti.
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