
Nel caso sulla sparizione di Emanuela Orlandi si riaccende la pista del Lussemburgo. Nel 1993, la famiglia Orlandi si recò a Peppange, un piccolo villaggio del Lussemburgo, dopo aver ricevuto rassicurazioni che la ragazza fosse stata “esiliata” in un convento di clausura in quella località.
Il viaggio, però, fallì miseramente. A distanza di anni sembra riaccendersi la pista che porta al Lussemburgo. (Continua…)

La sparizione di Emanuela Orlandi
La sparizione di Emanuela Orlandi, giovane 15enne residente nello Stato del Vaticano, avvenne il 22 giugno 1983 a Roma, mentre la ragazza rientrava a casa dopo le lezioni di musica. Nel corso degli anni, il fatto è diventato uno dei più celebri casi irrisolti della storia italiana e vaticana, con implicazioni e sospetti che coinvolsero addirittura lo Stato Vaticano, lo Stato Italiano, il terrorismo internazionale, i servizi segreti di diversi Stati e la Banda della Magliana. Il caso è stato oggetto di due inchieste giudiziarie, entrambe archiviate senza trovare soluzione, ma adesso è stato nuovamente aperto sia dai magistrati vaticani, sia dalla Procura di Roma, sia da una Commissione parlamentare bicamerale, risultando così oggetto di tre inchieste contemporaneamente. (Continua…)

La pista del Lussemburgo
Nel 1993, i genitori di Emanuela Orlandi e il fratello Pietro si recarono a Peppange, un piccolo villaggio del Lussemburgo, dopo aver ricevuto una segnalazione. Secondo la fonte, Emanuela era stata esiliata in un convento di clausura a Peppange. Il viaggio, però, fallì. Emanuela non fu ritrovata e ancora oggi risulta dispersa. Di recente, però, pare si sia riaccesa nuovamente la pista del Lussemburgo. (Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva…)