
La tragedia di Pinarella di Cervia, dove una donna di 66 anni è stata travolta da una ruspa in spiaggia, continua a scuotere l’opinione pubblica. Il 54enne Lerry Gnoli, alla guida del mezzo al momento dell’incidente, è stato interrogato per oltre quattro ore dalla Procura di Ravenna. Ha ammesso la propria responsabilità, ma sullo sfondo emergono gravi irregolarità: lavori non autorizzati, un passato segnato da incidenti e la patente revocata. Gli inquirenti scavano tra testimonianze, carte e dinamiche ancora tutte da chiarire.

L’interrogatorio: “Mi sento colpevole, non sono scappato”
«Mi sento pienamente responsabile per la morte di Elisa Spadavecchia», ha dichiarato Lerry Gnoli al procuratore Daniele Barberini e al pm Lucrezia Ciriello. Assistito dal legale Vittorio Manes, Gnoli ha ammesso fin da subito la propria colpa: «Ero in retromarcia, ho sentito le urla di un bagnino e ho capito di averla investita. Poi ho parcheggiato la ruspa per recuperare il cellulare e chiamare i soccorsi». L’incidente è avvenuto davanti a testimoni, alle 9.15 del mattino di sabato 24 maggio, all’altezza del Bagno 70. Nonostante l’intervento immediato del 118, per la vittima non c’è stato nulla da fare. Il mezzo, sotto sequestro, è ora al centro di una serie di verifiche tecniche.

Lavori non autorizzati: chi ha ordinato l’intervento?
La ruspa utilizzata da Gnoli si trovava in spiaggia per eseguire presunti lavori di manutenzione degli arenili, ma né il Comune di Cervia né la Cooperativa Bagnini risultano aver concesso alcuna autorizzazione. Una situazione ambigua che apre scenari gravi in termini di responsabilità. Secondo alcune ricostruzioni investigative, Gnoli stava eseguendo un intervento “su cortesia” per un singolo concessionario. Tuttavia, il suo legale ha fornito una versione differente: «Era al lavoro per accordi pregressi con una pluralità di soggetti, incaricato di spianare le dune dopo le mareggiate», ha spiegato l’avvocato Manes, lasciando intendere che ulteriori verifiche chiariranno la natura del mandato.
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