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F1, tecnico della McLaren ha il Covid-19 e la scuderia si ritira dal Gp d’Australia. Hamilton: “Comanda il re denaro”

mclaren coronavirus gp australia

Gli effetti del contagio da Coronavirus si fanno sentire, sempre di più. Nell’ambito sportivo, ogni giorno c’è una disciplina in cui viene rinviata una competizione o addirittura sospesa tutta l’attività. E non mancano, purtroppo, casi di persone trovate positive al Covid-19. Nelle ultime ore, dopo il calciatore della Juventus Daniele Rugani e il cestista della Nba Rudy Gobert, è stata accertata la positività al Coronavirus anche di un componente del team McLaren, a poche ore dall’inizio del campionato 2020 con il Gp d’Australia.

La Mclaren si ritira dal Gp d’Australia

Una notizia che ha sconvolto la scuderia britannica, già volata a Melbourne per il Gran Premio d’Australia (il primo della stagione di Formula 1) in programma nel fine settimana. Con una nota ufficiale, la McLaren ha annunciato che si ritirerà dalla corsa e che tutti i membri del team presenti a Melbourne osserveranno un periodo di quarantena. Una decisione presa per la salvaguardia di tutte le altre scuderie e degli spettatori. In attesa di capire se la gara verrà rinviata, o meno, in Bahrain, la settimana successiva, la corsa è al momento prevista a porte chiuse. Mentre la tappa cinese è stata cancellata dal calendario.

La denuncia di Hamilton

La positività al Coronavirus di un membro del team McLaren non ha – almeno per il momento – portato alla sospensione del mondiale di F1. Una decisione che già faceva discutere prima di questo caso, come confermano le dichiarazioni del campione del mondo Lewis Hamilton di qualche ora prima: “Per me è scioccante il fatto che siamo tutti seduti in questa stanza. La Nba si è fermata, la F1 continua ad andare avanti: il denaro è re. Io posso solo invitare tutti a osservare le maggiori precauzioni possibili, cosa che non ho visto fare arrivando in pista. Sembrava una giornata normale, spero solo che dopo il weekend non arrivino brutte notizie”. Sono arrivate prima, purtroppo.