1978: il Mondiale della dittatura
Il 25 giugno del 1978 si disputa la finale del campionato del mondo di calcio tra l’Argentina padrona di casa e i Paesi Bassi. Il clima è di assoluta tensione già prima della partita, perché il Paese sudamericano da due anni è governato da una dittatura militare opposto ai diritti politici e civili dei cittadini tramite torture, violenze e morte. Jorge Videla è responsabile dell’uccisione di circa 30mila persone e sa perfettamente che il calcio – oppio dei popoli – è uno strumento perfetto per poter compiere le peggiori nefandezze passando inosservato. E così mentre infuriavano le tifoserie internazionali, nei “lager” argentini i boia torturano con la picana giovani, anziani e persino donne incinte. Le esecuzioni vengono interrotte solamente per 90 minuti, il tempo di durata delle partite.
La finalissima la vince l’Argentina per 3-1. Kempes firma il gol del vantaggio, mentre Nanninga pareggia al minuto 82. Ai supplementari l’Albiceleste al 105’ va sul 2-1 con Bertoni e dieci minuti dopo ancora Mario Kempes chiude i conti sul 3-1. Alla fine della partita Videla consegna direttamente a capitan Passarella – l’idolo di casa – la Coppa del Mondo. Quello che sembra essere il trionfo di un Paese è in realtà il trionfo della Junta militar, che rispedisce al mittente le accuse della comunità mondiale e dopo pochi giorni riprende le terribili violenze e persecuzioni ai danni del popolo argentino. (CONTINUA NELLA PROSSIMA PAGINA)
Leggi anche: L’Albo d’Oro degli Europei
