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Caso Resinovich, scontro tra Visintin e Sterpin fuori dal tribunale: parole dure

Nuove tensioni nel caso della morte di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa e ritrovata senza vita a Trieste nel gennaio 2022. Lunedì 23 giugno, davanti al Palazzo di Giustizia, il marito Sebastiano Visintin, ora indagato per omicidio, si è scontrato verbalmente con Claudio Sterpin, storico amico della donna e testimone chiave. All’interno del tribunale, l’udienza a porte chiuse ha cristallizzato la testimonianza di Sterpin, che non ha risparmiato parole pesanti nei confronti del marito di Liliana. Ecco cosa è successo.

Parole al vetriolo tra Visintin e Sterpin prima dell’udienza

La tensione è esplosa già all’esterno del tribunale di Trieste, poco prima dell’incidente probatorio previsto per lunedì 23 giugno. Sebastiano Visintin, visibilmente nervoso, ha incrociato Claudio Sterpin davanti a un bar nei pressi del Palazzo di Giustizia. “Rispetto per Liliana, questo chiedo io e basta”, ha detto rivolgendosi all’amico storico della moglie. Sterpin, però, ha scelto di non rispondere e ha proseguito il suo cammino. Ai giornalisti ha poi chiarito: “Ho sempre rispettato Liliana”. Il secondo faccia a faccia, carico di tensione ma silenzioso, si è consumato all’interno della sezione Gip. Visintin, accompagnato dai suoi avvocati Alice e Paolo Bevilacqua, è rimasto a distanza da Sterpin, senza rivolgergli lo sguardo né la parola, fino all’ingresso in aula intorno alle 9.30. Nessuna dichiarazione è stata rilasciata dai legali del marito della donna.

“Lui sapeva”: le accuse di Claudio Sterpin prima di testimoniare

Poco prima di varcare la soglia dell’aula, Claudio Sterpin ha pronunciato parole durissime: “Liliana l’hanno cercata tutti meno che uno”, con chiaro riferimento a Sebastiano Visintin. “Lui se n’è fregato perché sapeva che non sarebbe tornata”, ha affermato. Parole che diventano ancora più gravi quando aggiunge: “Visintin sa tutto quello che è successo, lo dirò anche in punto di morte”.

Sterpin ha poi risposto con amarezza a una delle domande più spinose del caso: “Chi ha ucciso Liliana?”. La sua risposta è stata chiara nei limiti: “Domanda da 100 miliardi, posso avere sospetti ma niente di più”. Le sue dichiarazioni, pesanti e reiterate, sono state rese davanti a pm Ilaria Iozzi, alla giudice Flavia Mangiante e alla procuratrice capo Patrizia Castaldini, presenti in aula per un’udienza cruciale nell’inchiesta.

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