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Balotelli, l’intervista a Belve: “Messi e Ronaldo? Niente da invidiare”

Un Mario Balotelli sfrontato, brillante, malinconico e un po’ filosofo. Ospite di Belve, nella puntata che andrà in onda martedì 27 maggio su Rai2, il bomber bresciano ha messo in campo tutto il repertorio: talento, carattere, ironia e quel pizzico di follia che lo ha sempre reso una figura unica nel calcio italiano e, perché no, anche mondiale.

La frase con cui ha risposto a una domanda sulla sua carriera non è di quelle che passano inosservate. “Non ho nulla da invidiare a Messi e Ronaldo”, ha detto con convinzione a Francesca Fagnani. “Se Ronaldo ha vinto cinque Palloni d’Oro? Lui si massacra di allenamenti, io no. E poi lui c’ha più soldi!”. Risposta secca, sorriso beffardo, e subito l’impressione che Super Mario non abbia mai smesso davvero di credere in se stesso.

E a chi lo dipinge come uno che ha sprecato il talento? “Avrei potuto fare di più, ma sono felice”, la sua sintesi. un segno di come fra il calciatore Balotelli, un campione che si è in parte perso anche a causa del suo carattere, e il Supermario padre e uomo c’è una differenza sostanziale.

Non è mancato il riferimento agli episodi di razzismo subiti, come quando a Roma gli lanciarono delle banane. “Non lo rifaranno. Penso se lo ricordino!”, ha commentato con tono sarcastico, senza perdere la sua cifra ironica.

Poi il capitolo Mourinho, l’allenatore con cui ha vinto tanto ma che si è sempre lamentato dell’impossibilità di gestirlo: “Eravamo due teste di cavolo, ma lui peggio di me”, racconta con una risata. E l’aneddoto con Totti? “Mi ha dato un calcio… Gli ho scritto: ‘Perché?’. E lui: ‘Manco ti ho preso bene’”.

qualche mese fa il “Balo” è tornato in Italia, al Genoa, ma non ha lasciato traccia: “Ho fatto una scelta sbagliata per il tipo di società. Ringrazio i tifosi che mi vogliono bene, ma non era il contesto giusto”. Ma Supermario non ha intenzione di mollare: “Giocherò due o tre anni in America prima di smettere. Sarà un trauma, ma quello che ruota intorno al calcio non mi mancherà. È un mondo finto”.

Balotelli: “Il test del Dna per mia figlia? Lo rifarei”

E come non ricordare l’esultanza del 2012, un’immagine che ancora oggi ogni tanto viene riproposta, a petto nudo e muscoli tesi? “Una tamarrata, dai!”, ammette sorridendo. Un gesto diventato virale e scolpito nella memoria collettiva, tanto quanto i suoi gol più belli e le sue uscite più assurde.

Non manca il tasto dolente del fallimento mondiale del 2014. Fagnani punge: “Si è sentito un capro espiatorio?”. Risposta da veterano: “Si gioca in undici. Tanti sono grandi e grossi, ma si nascondono facilmente”. Infine, un tocco privato sul caso Pia, la figlia avuta da Raffaella Fico, e aulla richiesta fatta dall’attaccante di un test del DNA: “Sì, lo rifarei. Non ci vedevamo da mesi: mi dispiace per mia figlia, ma che altro potevo fare?”.

Super Mario non cambia, e forse è proprio per questo che continua a far notizia. Sincero, contraddittorio, istintivo, è l’attaccante che più ha ispirato i titolisti, entusiasmato e illuso i tifosi, fatto impazzire i tecnici. E anche se non ha vinto cinque Palloni d’Oro, resta un personaggio che ha segnato un’epoca. All’Inter, al Milan, al Manchester City del suo mentore Roberto Mancini e ovunque abbia giocato.

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