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Arbitri, troppe contraddizioni sui rigori. Le polemiche sul caso Baldanzi


Arbitri, rigore sì o rigore no? Sembra l’inizio di un balletto, ma in realtà è un problema serio che sta minando la credibilità del nostro calcio. Sia perché in Europa si adotta un metro diverso, e se ne accorgono le nostre squadre quando devono affrontare le competizioni internazionali. Sia perché quello che emerge nel nostro campionato è un fiorire di “rigorini” abbastanza ridicoli, situazione aggravata dalla mancanza di uniformità nel giudizio.

Il dibattito si è amplificato dopo gli episodi controversi della recente giornata di campionato. In particolare, la questione dello step on foot, o all’italiana “pestone”, ha creato non poca confusione. L’episodio più discusso riguarda infatti il contatto tra Kyriakopulos e Baldanzi durante Monza-Roma, che ha messo in evidenza una certa incoerenza nelle decisioni arbitrali, specie se confrontato con altri casi avvenuti in queste domeniche.

Arbitri, la versione di Gervasoni

Secondo Andrea Gervasoni, vice commissario designatore della CAN di Serie A e B, l’arbitro ha agito correttamente e il rigore non andava assegnato. Gervasoni ha spiegato che lo step on foot in questione era involontario e di lieve entità, perciò non punibile. Durante la trasmissione Open Var, il designatore ha giustificato la decisione affermando che entrambi i giocatori stavano guardando il pallone.

Ma basta dare un’occhiata a ciò che è successo a Firenze o a Torino, anche se nel secondo caso si tratta di un fallo di mano (parso nettamente involontario a quasi tutti i commentatori, visto che il giocatore del Cagliari era stato sbilanciato ed era in caduta), per rendersi conto che i conti non tornano. Anche perché la posizione di Gervasoni, oltre che smentita da altri episodi, entra in contrasto con quanto dichiarato in passato dal designatore Gianluca Rocchi.

Arbitri, le dichiarazioni di Rocchi di un anno fa

Un anno fa, Rocchi, commentando un episodio simile durante Lecce-Milan, aveva sottolineato che la volontarietà non è un fattore determinante per valutare uno step on foot come falloso. Secondo il capo designatore, un pestone, anche se involontario, può comunque essere punito se l’entità del contatto è rilevante. In quel caso, Rocchi aveva sconsigliato di adottare una linea basata sulla “gravità” del contatto, affermando che la chiarezza nelle decisioni era cruciale per evitare interpretazioni soggettive.

Questa incoerenza emerge ulteriormente osservando altri episodi recenti, come il rigore assegnato in Fiorentina-Milan per un contatto leggero tra Hernandez e Dodò. In quel caso, nonostante si trattasse di un “micro-tocco”, il Var ha comunque ritenuto punibile l’azione. L’episodio ha scatenato le critiche di molti, tra cui l’allenatore Paulo Fonseca, che ha denunciato un uso eccessivo del Var per contatti minimi. Il Mister rossonero ha definito l’attuale metro di giudizio sui contati in area come “il circo dei rigori”.

La discrepanza tra le dichiarazioni di Gervasoni e Rocchi, e gli episodi concreti visti in campo, mettono in luce un problema di coerenza nell’applicazione del regolamento. I tifosi e gli addetti ai lavori si chiedono quale sia il reale metro di giudizio adottato dagli arbitri, e se esista una linea chiara e uniforme per valutare i contatti in area. La Serie A continua così a confrontarsi con l’incertezza nelle decisioni arbitrali, E con le polemiche che circondano l’uso del Var e la gestione dei calci di rigore.

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