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Amadeus arriva a Nove ma riceve la brutta notizia: cos’è costretto a fare

Identity e I soliti Ignoti, cosa cambia

Lo scopo del game show I soliti ignoti è quello di associare le professioni o attività a una serie di persone sconosciute. Lo stesso meccanismo si applica per Identity.  Dal 2017, la versione italiana della Rai ha introdotto una variante: dopo aver rivelato l’identità di otto partecipanti, arriva il ‘parente misterioso’. Il concorrente deve quindi tentare di abbinare questo nuovo personaggio a uno degli ignoti già identificati. Se l’abbinamento è corretto, il concorrente vince una somma di denaro, altrimenti torna a casa a mani vuote.

In sintesi, oltre al nome potrebbe restare di proprietà della Rai anche la variante del “parente misterioso”. Dunque il gioco tornerà alla sua forma originale. Amadeus allora, dovrà rivoluzionare la versione in uno dei suoi passaggi più seguiti. Ma c’è di più, pare che nel 1991 durante la trasmissione ‘Uno, Due, Tre, Rai’ in onda a Riva del Garda su Rai1, dove veniva presentato il palinsesto Rai, fu annunciato un nuovo game show con Pippo Baudo alla conduzione. Il programma introdusse un gioco ideato da Gianni Ippoliti che consisteva nel far indovinare ai presenti la professione di un personaggio comune, un meccanismo che ricorda quello adottato proprio in ‘I Soliti Ignoti”. Il programma andò in onda per un anno e per il Codacons questa somiglianza suggerisce l’originalità e la proprietà creativa del format da parte della Rai. (continua dopo la foto)

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Il comunicato UsigRai contro l’azienda

La Rai ha lasciato scadere i diritti del format che è stato acquistato dal gruppo Warner. Un errore dell’azienda del servizio pubblico che ha portato a un duro comunicato di UsigRai di queste ore, che recita così: “Se Amadeus lascia la Rai e si porta via anche i format di successo, il problema per l’azienda non è di poco conto. In ballo ci sono contratti pubblicitari e pubblico che potrebbero insieme cambiare canale. Eppure a viale Mazzini fanno finta di niente e i vertici, vecchi e nuovi allo stesso tempo, si mostrano gaudenti firmare nuovi contratti plurimilionari mentre dall’altra parte disdettano accordi sindacali o provano a sottoscriverne di nuovi senza aver messo nel conto alcuna valutazione relativa a un piano industriale del quale ancora non sono misurate le ricadute sull’organizzazione del lavoro e sui conti dell’azienda. A poco valgono le generiche rassicurazioni dei vertici in scadenza sul mantenimento dei perimetri occupazionali”.

Prosegue il comunicato: “Da parte nostra registriamo solo tagli reali alle retribuzioni, azzeramento degli investimenti sulle news, riduzione degli organici, chiamate dirette di nuovi collaboratori esterni e una innaturale proliferazione di qualifiche ad personam che appare più spesso sganciata da qualsiasi ragionamento industriale e di prodotto.Una logica complessiva che sta aumentando il lavoro di desk dei giornalisti che, senza troupe e tecnici per realizzare i servizi, non escono più dalle redazioni e sono sempre più condizionati dall’uso di immagini e notizie confezionate dagli uffici stampa invece che dalla possibilità di verificare direttamente i fatti  per una informazione che sia realmente al servizio dei cittadini e non megafono di interessi particolari.” (continua dopo la foto)

Il futuro di Affari Tuoi

Con Amadeus costruiremo su Discovery la nuova tv degli italiani. La politica da noi non arriva”, aveva dichiarato Laura Carafoli, responsabile dei contenuti di Discovery per il Sud Europa in un’intervista rilasciata a Repubblica in cui annunciava lo sbarco sul Nove di uno dei titoli di punta del preserale di Rai1: I soliti ignoti. Dal settembre, Amadeus sfiderà Stefano De Martino che, nel frattempo, prenderà il comando ad Affari Tuoi.