Si aggrava la situazione del padre
l pubblico ministero di Venezia Anna Andreatta ha deciso di modificare il capo di imputazione nei confronti del papà di Agnese. Si parla ora di abbandono di minore con conseguente morte invece che di omicidio colposo. Il fatto comporta un significativo aggravamento delle ripercussioni legali per l’uomo. Infatti, mentre la pena per omicidio colposo varia da sei mesi a cinque anni, quella per abbandono di minore con esito mortale può arrivare fino a otto anni di reclusione. «Certamente si tratta di un aggravamento della situazione, di cui non conosco le ragioni. A mio giudizio l’evento tragico si dovrebbe qualificare come omicidio colposo. In questo momento posso soltanto dire che cercheremo di chiudere questo caso molto penoso al più presto», ha dichiarato Giorgio Pietramala, avvocato del padre di Agnese, secondo quando riportato dal Corriere del Veneto.
La relazione finale sull’autopsia sarà completata entro 60 giorni e sarà fondamentale per chiarire definitivamente le circostanze della tragedia. Finora, secondo le ricostruzioni, il tragico ritrovamento è avvenuto durante la pausa pranzo, quando alcuni colleghi del padre hanno scoperto la bambina. L’uomo aveva parcheggiato l’auto negli spazi destinati alla ditta dove lavora a Marcon, prima di iniziare il suo turno. La vettura è rimasta ferma per diverse ore diventando rovente a causa delle temperature record che avrebbero provocato la morte della piccola.