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Serie A, l’Inter crolla e il Napoli fiuta il sangue: il campionato cambia padrone

Tre sconfitte in una settimana, e l’Inter passa dalla marcia trionfale al baratro. Contro la Roma di Claudio Ranieri i nerazzurri si sono sciolti come neve al sole. Non è stata solo una caduta: è stata una frana, psicologica, tecnica, fisica. Una squadra che aveva illuso con il suo passo da campione ora vaga svuotata, senz’anima, senza più artigli.

Il gravissimo errore della società ha origine nella decisione di non dare rinforzi a Inzaghi a Gennaio. Ed è continuato nel voler puntare a tutti gli obiettivi, quando la squadra, che ha nelle sue file diversi giocatori con un’età importante, cominciava a mostrare segni di stanchezza.

L’Inter ha giocato, nel corso della stagione, il corrispettivo in minutaggio di 15 partite in più del Napoli. Per riuscire a stare al passo su tre fronti, ci sarebbe voluta la rosa di una big europea. E l’Inter non ce l’ha. Basti pensare al vuoto assoluto dietro alla coppia Lautaro Thuram in attacco, con il solo Arnautovic che ha dato una mano quando il fisico glielo ha permesso, cioè molto raramente.

E ora, mentre Simone Inzaghi si aggrappa alle solite litanie su “sfortuna” e “dettagli“, il Meazza fischia. E lo fa con una rabbia antica, sentendo che l’orgoglio nerazzurro si è perso nei meandri di un calcio prevedibile e spento. Una rosa stanca, inchiodata su schemi che non fanno più male, prigioniera di un’idea monocorde che ormai ingabbia invece di liberare.

Il re è nudo, e Milano lo ha visto bene. Si è trattato di un peccato di presunzione, ed è stato pagato caro. E ora pensando al Barcellona vengono i brividi. Serve uno scatto d’orgoglio per salvare l’ultimo traguardo della stagione, il più importante: ma questa Inter stanca e sfiduciata ha davvero le forze per provarci? Lo scopriremo mercoledì.

Lo scudetto cambia padrone: le certezze del Napoli, il crollo dell’Inter

Mentre l’Inter si trascina, il Napoli sente l’odore inconfondibile della preda. Antonio Conte, maestro nell’annusare il momento, sa che vincere con il Torino significherebbe molto più di un sorpasso. Sarebbe una dichiarazione di guerra, uno squarcio aperto nella tela nerazzurra già logora. In silenzio, senza clamori, il Napoli è diventato la squadra più solida, affamata, pericolosa.

Ora lo scudetto è praticamente andato, se il Napoli non farà passi falsi imprevedibili. E l’Inter, senza un immediato scatto d’orgoglio, rischia di vedere svanire tutto in poche settimane: campionato, Champions, tutti gli obiettivi più importanti. Il vento è cambiato, la forza si è spostata: oggi appartiene a chi ha rabbia negli occhi, non numeri o chiacchiere. E quegli occhi, oggi, brillano solo a Napoli.

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