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Giuseppe Rossi attacca Lippi e Prandelli: “Il calcio è un mondo falso”

Giuseppe Rossi, talento sfortunato del calcio italiano, dirà addio al calcio sabato alle 18 al Franchi di Firenze. La sua carriera è stata segnata da un lungo calvario di infortuni che ne hanno compromesso la piena realizzazione. Nonostante il suo talento, quello che doveva essere il percorso di un fuoriclasse si è interrotto troppo presto.

Il giocatore, che non ha nemmeno 40 anni, riflette oggi su una carriera che si è praticamente conclusa già da qualche anno, a causa delle lesioni ripetute che lo hanno tormentato. La sua carriera ha preso il volo dalle giovanili del Parma, passando per il Manchester United, per poi esplodere con il Villarreal e la Fiorentina, dove ha vissuto i momenti migliori.

Ma tutto si è interrotto a causa di un destino avverso fatto di infortuni. Il suo calvario ha avuto inizio tra il 2011 e il 2012, quando, giocando in Liga, subì due gravissime lesioni al legamento crociato del ginocchio destro. Da quel momento, la sua carriera, purtroppo, non è riuscita più a decollare come avrebbe dovuto.

Giuseppe Rossi

Rossi, intervistato dal Corriere della Sera, ha avuto modo di ripercorrere i momenti più significativi della sua carriera, evidenziando non solo le difficoltà fisiche, ma anche quelle psicologiche. “A livello psicologico è dura, devi stare fermo un anno e a me in carriera è capitato cinque volte. Il dolore è tanto, come il tempo da trascorrere da soli”, ha confessato il calciatore.

L’assenza dal campo e la solitudine durante il lungo recupero sono stati un peso difficile da sopportare. Ma ciò che lo ha segnato di più è stato il comportamento di un mondo del calcio che, secondo Rossi, non è stato mai davvero solidale. “Il calcio è un mondo falso”, ha detto con amaro disincanto.

“Fino al giorno prima mi volevano tutti, poi più nessuno”. Una riflessione che si traduce in una delusione profonda per come è stato trattato: da una parte ammirato e idolatrato, dall’altra abbandonato quando il fisico non ha retto più.

Giuseppe Rossi, le accuse a Lippi e Prandelli

Rossi non ha esitato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa, in particolare riguardo alla sua esclusione dalle convocazioni per i Mondiali con la Nazionale. Nel 2010, Marcello Lippi decise di non portarlo in Sudafrica, nonostante l’attaccante avesse avuto un ruolo centrale nelle qualificazioni. La motivazione ufficiale fu che il giocatore non fosse pronto fisicamente. Una cocente delusione, anche perché arrivata subito dopo la morte del padre, al quale era molto legato.

Il calciatore non ha mai digerito completamente la scelta di Lippi, anche se ora la definisce “acqua passata“. A distanza di quattro anni, nel 2014, fu Cesare Prandelli a escluderlo dal Mondiale in Brasile. Nonostante i test fisici avessero dato esito positivo, Prandelli non lo riteneva pronto per il torneo. “Non mi vedeva bene fisicamente, ma i test dicevano altro“, ha dichiarato Rossi, facendo trasparire il suo risentimento per quella decisione.

Giuseppe Rossi, però, non guarda indietro con troppi rimpianti: è consapevole di aver dato tutto ciò che poteva. “Quello che potevo fare l’ho fatto“, ha concluso, aggiungendo che molte cose nel calcio non dipendono solo dalle capacità individuali, ma anche dal destino e dalle circostanze. La sua vita prosegue ora con la famiglia, alla quale si dedica con amore, trovando gioia nell’essere padre delle sue due figlie, Liana Sophia e Bianca Isabella.

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