
La Professional Tennis Players’ Association, fondata nel 2020 da Novak Djokovic e Vasek Pospisil, ha lanciato una dura offensiva legale contro gli organi di governo del tennis, accusando l’Atp, la Wta, la Itf e l’Itia di abusare del loro potere e di danneggiare i giocatori. In un documento di 163 pagine, l’associazione ha chiesto l’apertura di un processo presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti a New York, con l’obiettivo di porre fine a quello che considera un “controllo monopolistico” dello sport.
La clamorosa querela di #ATP, #WTA, #ITF e #ITIA da parte di 22 tennisti rappresentati dalla #PTPA di #Djokovic crea ulteriore caos nel mondo già caotico del tennis ma forse nasconde una grande debolezza.
— Emanuele Ricciardi (@LLuckyLoser) March 19, 2025
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La Ptpa punta il dito contro vari aspetti del tennis professionistico, tra cui un calendario troppo intenso, le politiche di classifiche rigide, il controllo sui diritti di immagine e la gestione dei test antidoping. Tra le principali accuse c’è quella di una concorrenza limitata tra i tornei, che impedisce ai giocatori di guadagnare come i colleghi di altri sport.
Secondo la Ptpa, i migliori tennisti guadagnano una frazione di quanto fanno i top atleti di altre discipline. L’associazione critica anche il sistema di premi in denaro e i criteri di classifica, accusati di essere troppo restrittivi, e il calendario “insostenibile” che lascia poco spazio per il recupero dei giocatori, costretti a giocare partite in condizioni difficili, come temperature molto alte e orari tardivi.
Inoltre, la Ptpa accusa l’Itia di gestire i test antidoping in maniera invasiva, con perquisizioni di dispositivi personali e interrogatori senza la presenza di avvocati, violando così la privacy dei giocatori. L’associazione sottolinea di aver consultato oltre 250 atleti, tra cui molti dei top 20, che hanno mostrato un forte sostegno alla causa. (continua dopo la foto)

Ahmad Nassar, direttore esecutivo della Ptpa, ha dichiarato: “Il tennis è rotto e sta operando illegalmente. Dopo anni di tentativi di riforma, abbiamo deciso di intraprendere azioni legali per innescare un cambiamento significativo”. I tennisti coinvolti nella causa includono, oltre a Pospisil, anche Nick Kyrgios, Reilly Opelka e la romena Sorana Cîrstea.
L’Atp non ha tardato a rispondere alle accuse, sostenendo che da quando è stato creato l’Atp Tour nel 1990, l’associazione ha svolto un ruolo fondamentale nella crescita del tennis professionistico. In un comunicato, l’Atp ha rivendicato i numerosi progressi ottenuti per i giocatori, tra cui un aumento significativo dei premi in denaro e una maggiore trasparenza nelle finanze dei tornei.
Djokovic, la dura risposta dell’Atp alla denuncia della sua associazione
L’Atp ha anche sottolineato che le decisioni sono state prese con il contributo dei giocatori e che quest’ultimi mantengono un ampio controllo sui loro programmi. In risposta alle accuse di monopolio, l’Atp ha ribadito che le riforme sono state attuate per migliorare le condizioni dei giocatori e non per limitare la loro libertà.
L’Atp ha anche criticato la Ptpa per aver scelto la via della divisione, rifiutando di lavorare per il progresso del tennis. “Rifiutiamo fermamente le affermazioni della Ptpa”, ha concluso il comunicato, annunciando che difenderà vigorosamente la sua posizione.
La causa legale intrapresa dalla Ptpa potrebbe avere implicazioni significative per il futuro del tennis professionistico. Se le accuse dovessero avere seguito, potrebbero portare a un cambiamento radicale nella governance del tennis. Per ora, la battaglia legale sembra destinata a infiammare ulteriormente il dibattito sul futuro di questo sport.
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