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Juventus, Thiago Motta si gioca tutto a Firenze: pronto il “traghettatore”

Juventus, Thiago Motta ha dieci partite per provare a tenersi la panchina. O forse no, perché la Fiorentina incombe pericolosamente sul futuro immediato del tecnico. Esprimersi ora su quale possa essere il destino di Motta non è facile. Non ci sono certezze né sicurezze, ma filtrano voci che suggeriscono come la partita con la Viola sarebbe decisiva per il prossimo futuro.

La pesante sconfitta con l’Atalanta, come ha sottolineato Sport Mediaset, ha esacerbato gli animi: la dirigenza è scontenta, la tifoseria infuriata, l’umore della squadra pessimo. Nessuno è esente da colpe e responsabilità. Ma, come sempre, il capro espiatorio rischia di essere l’allenatore.

Solo un finale di stagione convincente – risultati in prima istanza, gioco e mentalità a seguire – potrebbe salvare la panchina di Motta. Potrebbe, ma non è detto. Difficile scommettere sulla riconferma. I nomi per la sua successione circolano già da giorni: Gasperini è il più accreditato, ma nel casting bianconero figurano anche De Zerbi, Mancini, Xavi e l’immancabile Antonio Conte, eterno cavallo di ritorno.

Tutto vero, ma non manca anche l’ipotesi “traghettatore”. Ed è qui che Firenze e la Fiorentina entrano in gioco. Domenica la Juve sarà ospite al Franchi, un campo ostico, con una rivalità accesissima. La dirigenza si aspetta una pronta reazione, soprattutto caratteriale. Ma servono anche i punti per difendere il quarto posto, fondamentale per la classifica e per le casse bianconere.

Juventus, Motta a un bivio: o vince o salta

Un’altra caduta potrebbe portare a soluzioni drastiche, complice la sosta per le nazionali, che darebbe due settimane di tempo al possibile sostituto per lavorare. I nomi più caldi per un eventuale traghettatore sono Massimo Brambilla e Francesco Magnanelli, allenatori rispettivamente della Juve Next Gen e della Primavera.

Ma c’è anche Igor Tudor, libero e potenzialmente arruolabile con un contratto a termine. Uno scenario di totale incertezza, che di certo non aiuta nessuno: né l’allenatore, né la squadra, né la società e tantomeno i tifosi.

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