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Jannik Sinner, perché la sentenza del Tas sul “caso Harris” fa ben sperare

Jannik Sinner, una sentenza del Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) potrebbe costituire un precedente favorevole per il numero 1 del tennis italiano e mondiale, coinvolto in una controversia legata a una richiesta di sospensione per negligenza avanzata dalla Wada. Il caso riguarda la canadese Briane Harris, giocatrice di curling di Winnipeg, assolta dopo essere stata inizialmente condannata a 4 anni di squalifica per doping.

Briane Harris era risultata positiva al Ligandrol, una sostanza che stimola la produzione di testosterone, favorendo l’aumento della massa muscolare e la riduzione di quella grassa. Questo integratore, spesso utilizzato nel mondo del body-building, aveva portato alla sua sospensione per quattro anni.

Harris aveva immediatamente presentato ricorso al Tas di Losanna, ottenendo una revisione del caso. L’atleta canadese è riuscita a dimostrare che la contaminazione era avvenuta in modo del tutto involontario, tramite rapporti sessuali con il marito, il quale faceva uso della sostanza senza comunicarlo e ignorando che potesse trasmettersi attraverso fluidi corporei.

Il tribunale ha accettato la versione della Harris, evidenziando che l’atleta aveva adottato ogni possibile precauzione per evitare contaminazioni da fonti esterne. Dalla sentenza: “Harris ha adempito a tutti i suoi obblighi per evitare contaminazioni. Non poteva sospettare che suo marito usasse il Ligandrol né conoscerne i rischi di contaminazione”.

Jannik Sinner, l’importanza dell’assenza di dolo

La squalifica è stata dunque annullata dopo 11 mesi di sospensione, permettendo alla canadese di tornare subito in campo. Per Jannik Sinner, al centro di una controversia legata alla Wada, il caso Harris potrebbe rappresentare un precedente significativo.

Anche se i dettagli della situazione di Sinner sono diversi, la sentenza del Tas evidenzia l’importanza di provare l’assenza di dolo o negligenza nell’assunzione di sostanze vietate. La Wada ha chiesto per Sinner una sospensione compresa tra 1 e 2 anni, basandosi su un’accusa di negligenza.

Il caso sarà discusso il 16 e 17 aprile a Losanna, e la recente decisione sul caso Harris potrebbe rafforzare la posizione del tennista italiano. L’assoluzione dell’atleta canadese pone un nuovo punto fermo nell’ambito delle dispute legate al doping. Per Sinner e altri atleti, il messaggio è chiaro: una difesa basata su prove solide e sulla dimostrazione dell’assenza di dolo potrebbe fare la differenza.

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