Il calcio non è mai solo uno sport, soprattutto quando le tensioni internazionali si intrecciano con gli eventi agonistici. Nella partita tra Monaco e Benfica, andata in scena allo Stade Louis-II, l’attenzione non è stata solo per il punteggio finale (2-3 per il Benfica), ma anche per un gesto che ha suscitato molte discussioni.
Trubin with the handshake blank of golovin 👏👏👏
— Zorya Londonsk (@ZoryaLondonsk) November 27, 2024
The russia nt player completely dumbfounded…
If only there were countless reasons 😵💫 pic.twitter.com/fEQl19KnGQ
Il portiere ucraino Anatoliy Trubin, infatti, ha rifiutato di stringere la mano ad Aleksandr Golovin, centrocampista russo del Monaco. Il motivo di questo gesto è palese: la guerra in Ucraina, iniziata con l’invasione russa nel febbraio 2022. In un momento di tensione geopolitica così profonda, il gesto di Trubin diventa un atto di protesta, una forma di dissenso contro il Paese di Golovin, il quale a sua volta non ha mai preso una posizione pubblica contro l’invasione.
Per il portiere ucraino, non si tratta solo di una questione personale, ma di un simbolo del dolore e delle difficoltà che il suo Paese sta affrontando. Mentre Golovin, visibilmente sorpreso, ha lanciato un’occhiata a Trubin senza replicare, il portiere del Benfica ha scelto di non commentare esplicitamente l’accaduto, ma ha affidato i suoi pensieri ai social media.
Dopo la vittoria del Benfica, Trubin ha pubblicato il messaggio “Slava Ukraini” (“Gloria all’Ucraina“), insieme a un post celebrativo del club portoghese. Un gesto che ribadisce il suo impegno emotivo nei confronti del suo popolo. Questo episodio sottolinea ancora una volta quanto lo sport possa essere intriso di significati che vanno ben oltre il campo di gioco.
Calcio e geopolitica a volte si intrecciano
La stretta di mano mancata è diventata un simbolo della profonda spaccatura tra due Paesi in guerra da oltre due anni, con centinaia di migliaia di vittime. Anche se il calcio cerca spesso di rimanere neutrale di fronte ai conflitti politici, gesti come quello di Trubin dimostrano che la realtà del mondo non può sempre essere confinata fuori dai campi da gioco.
Trubin non è nuovo a queste prese di posizione: il portiere del Benfica ha già più volte espresso il suo supporto per il popolo ucraino. Il suo gesto, discreto ma potente, è stato ampiamente commentato e ha diviso l’opinione pubblica. Ma di certo non è passato inosservato.
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