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Jannik Sinner, parla Cahill: “La squalifica è possibile, ma è lui a darci forza”

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Jannik Sinner si prepara alle ATP Finals di Torino e l’Italia trattiene il fiato. Non solo per l’attesa di vedere come si comporterà il nostro campione durante questo importante appuntamento che chiude la stagione, ma anche per le tensioni che crea la futura decisione del Tas sul ricorso della Wada per il caso-Clostebol.

Darren Cahill, uno degli allenatori dell’altoatesino, ha parlato a cuore aperto in un’intervista al Corriere della Sera, nella quale ha spiegato come sia lo stesso Sinner a trasmettere forza a chi gli sta accanto: “Tutti parlano del team che lo circonda, quanto siamo importanti per lui. Ma è vero anche il contrario: il leader è lui, è lui che traccia la via. E se ne è capace nonostante la situazione difficile, è perché sa di essere innocente”.

Cahill ha affrontato anche la possibilità di una sospensione, nonostante l’innocenza del giocatore sia riconosciuta anche dalla Wada: “Sappiamo che la squalifica è una possibilità, ma non c’è nulla che possiamo fare per cambiare questa situazione. Quindi ci concentriamo sul lavoro quotidiano”.

Il coach australiano ha poi aggiunto che la sostanza rilevata “non ha a che vedere con il doping che altera le performance”. L’allenatore dell’azzurro ha spiegato che l’errore sarebbe attribuibile a un paio di ex membri dello staff medico, e che non implica alcuna responsabilità di Sinner.

Jannik Sinner, in vista un cambio nella programmazione

In merito alle aspettative del numero uno per le ATP Finals e al confronto con Carlos Alcaraz, Cahill è stato diplomatico: “Chi vince tra Sinner e Alcaraz al top? Non posso rispondere. Ho troppo rispetto per Carlos, il suo coach e il mio giocatore, che è l’ultimo che allenerò nella mia carriera. Non dirò mai che Sinner è meglio di Alcaraz, né viceversa”.

Il coach australiano ha anche annunciato che, per il 2025, Sinner e il suo team rivedranno la programmazione per evitare transizioni di superficie troppo drastiche come quella che quest’anno ha portato da Miami alla stagione sulla terra: “Il passaggio Miami-terra quest’anno è stato troppo brusco, lo prepareremo meglio, anche per non rischiare infortuni”.

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