I piloti di Formula 1 sono stufi delle multe e delle lezioni di buone maniere della FIA. Dopo i “lavori socialmente utili” imposti a Max Verstappen per un commento un po’ pepato a Singapore e la multa inflitta a Charles Leclerc in Messico per un’altra “licenza poetica” durante una conferenza stampa, la Grand Prix Drivers’ Association ha deciso di far sentire la propria voce. Con un tono pacato, ma deciso, la GPDA ha pubblicato una nota che invita la FIA a rivedere la sua politica sulle “parolacce da conferenza“.
E intanto la GPDA su ig ha fatto uscire questo comunicato:
— LauraF1 🏁Seb e Schumy 🇩🇪🏁Iron Dames fan! (@LauraLuthien86) November 7, 2024
"Dichiarazione GPDA in merito alla "Cattiva condotta del conducente"
Come in ogni sport, i concorrenti devono attenersi alla decisione dell'arbitro, che gli piaccia o no, anzi che siano d'accordo o meno. È così che… pic.twitter.com/t6Fi6rhpdq
“I piloti di Formula 1 sono professionisti, abituati alla pressione e a sfide estreme”, recita la nota della GPDA. “Sono come gladiatori, che ogni weekend regalano uno spettacolo ai fan. Certo, a volte scappa qualche parola colorita, ma c’è una differenza tra un insulto vero e proprio e un’imprecazione rivolta, diciamo, al maltempo o all’auto che non collabora.”
E in fondo, non è poi così fuori luogo: gestire una monoposto a oltre 300 km/h, in condizioni estreme, richiede un certo livello di adrenalina. Se, alla fine della gara, i piloti lasciano scivolare qualche parola di troppo, è davvero il caso di scomodare multe e “rieducazioni”? “Siamo adulti“, ribadiscono i piloti, “non ci servono direttive sulle parolacce o lezioni sui gioielli”.
Formula 1, i piloti vogliono sapere dove finiscono i soldi delle multe
Oltre al “tema etico”, la GPDA si è spinta anche su quello finanziario, chiedendo alla FIA maggiore trasparenza su come vengano distribuiti i fondi raccolti dalle sanzioni. “Negli ultimi tre anni”, continua la nota, “abbiamo chiesto più volte al presidente della FIA di condividere i dettagli delle multe e la strategia dietro la loro gestione economica. Sarebbe ora che tutte le parti coinvolte (FIA, F1, team e piloti) collaborassero per capire come e dove allocare questi fondi, per il bene dello sport.”
In un certo senso, i piloti chiedono di essere trattati come adulti e di avere voce in capitolo su questioni che non solo riguardano il loro portafoglio, ma anche il modo in cui lo sport investe sui fan e sullo spettacolo che mettono in pista ogni weekend. Insomma, magari qualche “accidente” qua e là ci scapperà sempre, ma per chi rischia tanto, forse non è poi una questione così drammatica.
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