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Lotito: “Io il primo a lottare contro gli ultras, ne pago le conseguenze”

lazio in vendita lotito

Inchiesta ultras Lotito, dopo gli arresti che hanno decapitato i vertici delle curve di Inter e Milan, il presidente della Lazio e senatore ha voluto ribadire il suo impegno nella lotta contro le infiltrazioni criminali tra gli ultras: “Sono stato il primo a prendere una posizione netta, scegliendo di schierarmi dalla parte della legalità piuttosto che cercare il consenso, e ancora oggi ne pago il prezzo”, ha detto al Messaggero. “Vivo sotto scorta, ricevo minacce telefoniche e circolano volantini con l’immagine della mia tomba… ma resto fermo nelle mie convinzioni e non mi piego”, ha proseguito il presidente biancoceleste.

Ai giornalisti del quotidiano romano, Lotito ha poi aggiunto: “Ci sono altre inchieste in corso, non solo a Milano. Sono convinto che emergeranno ulteriori dettagli. Io ho indicato questa strada già 20 anni fa, e il mio esempio può essere seguito. Quando si tenta di influenzare le azioni delle persone per scopi personali, si rischia di entrare in dinamiche che rientrano nel codice penale e non solo. Niente più abbonamenti gratuiti, niente biglietti omaggio, e basta trasferte pagate dalla Lazio”.

Il presidente della Lazio ha poi ricordato un incontro con Fabrizio Piscitelli, noto come “Diabolik”, il capo ultrà biancoleste assassinato nel 2019 a Roma: “Qualche anno fa mi trovai in Piazza Adriano con quattro tifosi, e uno di loro era Diabolik. Piscitelli si presentò dicendo: ‘Preside, buonasera, io sono Diabolik’. Lo guardai e risposi: ‘Buonasera, ispettore Ginko’. Lui mi chiese se stessi scherzando, ma io gli risposi seriamente: ‘No, io sto dalla parte delle guardie'”.

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