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Storia e regole dell’arrampicata sportiva

Alexander Megos finale arrampicata

L’arrampicata sportiva è una disciplina sportiva con una storia di pochi anni. Le sue fondamenta sorgono dall’alpinismo, ma è stata riconosciuta come partica autonoma solamente dal XX secolo. Ma in cosa consiste? Si tratta della salita di una parete rocciosa o di un piano artificiale, anche se le caratteristiche che presenta oggi sono diverse da quelle avute in passato. Scopriamo meglio storia e regole dell’arrampica sportiva.

Arrampicata
(Foto di Marco Kost/Getty Images)

Che cos’è l’arrampicata sportiva?

L’arrampicata sportiva è una disciplina agonistica individuale che prevede la salita di una parete rocciosa o artificiale. E’ considerata una disciplina figlia dell’arrampicata libera perché non è concesso il supporto di oggetti per la scalata. D’altra parte sono invece obbligatorie protezioni e corda di sostegno per salvaguardare l’incolumità degli atleti. I percorsi – infine – sono dotati di protezioni fissate nella roccia a cui bisogna agganciarsi nel corso della progressione. L’arrampicata sportiva ha ottenuto il riconoscimento di sport olimpico in occasione delle ultime Olimpiadi di Tokyo 2020. Laura Rogora, campionessa della specialità Lead, Ludovico Fossali e Michael Piccol Ruaz, campione sia nel Boulder che nella Lead, sono i primi atleti italiani ad aver partecipato alle Olimpiadi in questa disciplina.

Quali sono le tre discipline dell’arrampicata sportiva?

L’arrampicata sportiva si suddivide in tre specialità, che differiscono tra loro per durata e punteggi assegnati:

  • Lead: Si svolge su una parete alta tra i 15 e i 25 metri, con percorsi che diventano progressivamente più difficili. Gli atleti devono affrontarli in sequenza, cercando di salire il più in alto possibile. Ogni presa vale un certo punteggio, e il punteggio massimo si ottiene raggiungendo la vetta con entrambe le mani.
  • Speed: È una gara di velocità su un percorso fisso di 15 metri. Due partecipanti si sfidano alla volta, tenendo la corda davanti a sé. Il percorso, stabilito dalla Federazione Internazionale, è identico in tutte le competizioni di questa specialità.
  • Boulder: Si deve salire su un percorso di circa 4 metri in 4 minuti effettuando il minor numero di movimenti possibile. La difficoltà risiede nel partire con mani e piedi su 4 basi obbligate e raggiungere la vetta con il minor numero di passaggi. Si hanno a disposizione più tentativi per riuscirci.

Quali sono i tipi di arrampicata?

L’arrampicata sportiva è un filone specifico proveniente dall’arrampicata generale. La differenziazione di base solitamente è fatta tra arrampicata libera e arrampicata artificiale, ma ci sono in realtà diverse altre varianti di questa pratica. Nell’arrampicata libera il climber affronta la salita utilizzando solo le mani, senza alcun supporto aggiuntivo, tranne l’equipaggiamento di sicurezza. Gli ancoraggi utilizzati sono rimovibili durante la scalata.

Nell’arrampicata senza assicurazione – che è una tipologia di arrampicata libera – non è previsto l’uso di nessuna forma di protezione (Bouldering e free). Nell’arrampicata artificiale si ha a che fare con una salita su roccia o ghiaccio che richiede l’uso di attrezzi o strumenti specializzati per facilitare la progressione. Nell’arrampicata su ghiaccio (libera o artificiale) la salita avviene su pareti ghiacciate o su cascate di ghiaccio in inverno. Infine, nella pratica indoor la progressione viene effettuata su strutture costituite da pannelli sui quali sono montate delle prese e appigli artificiali. Viene utilizzata generalmente per allenamenti e competizioni.

Toby Roberts
Toby Roberts della Gran Bretagna gareggia durante la finale maschile di lead della Coppa del Mondo IFSC Innsbruck 2024 il 30 giugno 2024 a Innsbruck, Austria. (Foto di Marco Kost/Getty Images)

Storia e regole di questa disciplina olimpica

La storia dell’arrampicata sportiva affonda le sue radici nell’alpinismo. Gli alpini fin dal medioevo esplorano territori di montagna sconosciuti e poco praticabili. Il primo alpino a passare alla storia è il francese Antoine de Ville, che nel 1492 raggiunge la vetta del monte Aiguille. La prima arrampicata legata alla scalata invece risale al 1886, quando Walter Parry Haskett scala il Napes Needle nel Lake District.

Per quanto riguarda invece l’arrampicata moderna, la storia è legata soprattutto al nome e al pensiero di Paul Preuss, che nel XX secolo sostiene che la salita – a discapito dell’arrivo in vetta – è la parte più importante delle disciplina. Le sue idee estreme promuovono un’arrampicata spoglia di oggettistica di supporto e proprio queste idee gli costano la morte mentre stava scalando a mani nude.

Dagli anni ’50 viene introdotto sia negli USA che in Europa l’uso del magnesio sulle mani per evitare di scivolare. Ma non solo. Vengono anche aperte le prime palestre di arrampicata indoor per permettere agli sportivi di fare pratica e vengono anche esplorati nuovi percorsi outdoor sempre più impegnativi.

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